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Il declino del Napoli è il declino di De Laurentiis. Gattuso ne è l’effetto non la causa

Il presidente deve comprendere cosa lo ha spinto a commettere errori madornali (l’esonero di Ancelotti). Altrimenti qualsiasi colpo di teatro sarà inutile

Il declino del Napoli è il declino di De Laurentiis. Gattuso ne è l’effetto non la causa

La crisi del Napoli ha assunto ormai i criteri della cronicità. Come era ampiamente prevedibile. Sul Napolista è complesso proporre una ricetta nuova. A noi era tutto perfettamente chiaro da quella sera di dicembre quando De Laurentiis esonerò Ancelotti. Abbiamo visto scorrere davanti ai nostri occhi un film che conoscevamo a memoria anche se era di là da venire. Bastava avere un minimo di sale in zucca, non ci spingiamo neanche a parlare di competenza calcistica. Il resto, la genuflessione dei media a Gattuso, la visione medievale dei tifosi del Napoli, è il contorno. Ha il suo peso ma è fuffa. Ripetiamo: il nodo è Aurelio De Laurentiis. È di lui che si deve discutere. È su di lui che dobbiamo soffermarci.

La domanda è: affidereste un’azienda a un uomo che scarica Ancelotti per Gattuso? O che si lascia convincere da Giuntoli e Chiavelli a una simile operazione suicida? Questo è il nodo. Il Napoli sta vivendo una crisi di sistema. Una crisi strutturale. Non è la crisi tecnica di Gattuso. Gattuso fa Gattuso. Il problema è di chi lo ha considerato un allenatore in grado di sbrogliare una matassa troppo intricata per lui. Parlare di Gattuso è del tutto irrilevante.

I fatti ahinoi dicono che De Laurentiis è stato incapace di gestire il dopo Sarri. E ci dicono che il primo nostalgico del sarrismo è proprio lui. E il suo essere nostalgico ha fatto sprofondare il Napoli nella situazione in cui versa oggi: una società e una squadra che, a essere magnanimi, hanno smarrito il loro centro di gravità permanente.

Del passato abbiamo scritto più volte, anche se restano ancora alcuni passaggi importanti da approfondire. C’è soprattutto una domanda che non ha mai avuto risposta: perché De Laurentiis ha ingaggiato Carlo Ancelotti? Perché lo ha portato a Napoli se poi non ha avuto il coraggio (principalmente) e la forza di assecondare il suo progetto di rinnovamento? È questo il vulnus. Il resto è soltanto una conseguenza.

De Laurentiis è stato un grande presidente. Grandissimo. Checché ne dicano i suoi detrattori, ha portato il Napoli in una dimensione di vertice storicamente sconosciuta. Mai toccata per tanti anni consecutivi, e mai toccata se non nella maradoniana età dell’oro. Età cui, però, seguì un lungo oblio.

De Laurentiis ha sempre prediletto una struttura societaria snella. E con questa struttura, è via via cresciuto col Napoli. Non siamo così d’accordo con chi, semplicisticamente, riduce tutto alla mancanza di un uomo azienda o di un uomo che faccia da raccordo tra lo spogliatoio e il club. I fatti dicono che con la struttura snella, diciamo anche con la monarchia assoluta, il Napoli è diventato il Napoli.

Adesso, però, la monarchia assoluta ha disvelato delle falle. Non funziona più. Le ragioni possono essere molteplici e l’una non esclude l’altra. De Laurentiis è invecchiato. Che certamente è vero. È successo a giganteschi presidenti come Silvio Berlusconi, giusto per fare il nome del migliore. E nel processo di invecchiamento va inserita anche la ridotta capacità di comprendere cosa accada nella sua azienda. La capacità di scegliere gli uomini fidati. Che, Stalin insegna, non è detto che restino fidati vita natural durante.

De Laurentiis ha smarrito il polso della situazione. Per mantenere il Napoli ai posti di vertice, avrebbe dovuto dar vita a una coraggiosa operazione di rinnovamento. Avrebbe dovuto tagliare i rami fioriti affinché i nuovi dessero più frutti. Proprio come è scritto nel Vangelo. E invece ha voluto assistere al progressivo appassimento dei suoi rami prediletti. Gli è mancato il guizzo. Ed è preoccupante.

Perciò Gattuso è un finto problema. Gattuso è un effetto del declino di De Laurentiis. Non ne è la causa. De Laurentiis di qualche anno fa, molto probabilmente, non avrebbe mai ingaggiato Gattuso. E invece lui, di fronte a difficoltà che gli sono parse insormontabili, non ha trovato di meglio che rifugiarsi nel passato, nel simulacro del sarrismo. Ha avuto paura, questo è il termine esatto. Paura. Ha dato retta al suo cerchio magico che gli ripeteva come Ancelotti lo avrebbe portato alla rovina. Mentre era l’esatto contrario. Avrebbe rinvigorito l’azienda con tante plusvalenze e consentito il ricambio e il mantenimento dei valori medio-alti.

De Laurentiis ha rifuggito la competenza ed è come se si fosse rifugiato nella scaramanzia. Sperado che i miracoli si ripetessero. È successo né più né meno di quel che Monicelli, Age & Scarpelli, raccontarono nel film “Il medico e lo stregone” opera che certamente De Laurentiis conosce benissimo.

È su questo che il presidente del Napoli deve interrogarsi. A nulla servirà l’ennesimo colpo di teatro se non avrà la forza di capire che cosa lo ha condotto a commettere errori madornali che hanno portato il Napoli indietro di dieci anni. Deve avere la forza di guardarsi dentro e attorno. Anche di dirsi che magari Ancelotti lo ha ingaggiato solo per fare un colpo di teatro. Non sappiamo se sia realmente così, ma magari è davvero così.

De Laurentiis non deve prendersela con Gattuso né con Giuntoli o altri più o meno fedeli collaboratori. O meglio, può anche farlo. Ma deve capire che cosa lo abbia condotto a mosse che si sono rivelate disastrose. Altrimenti, la spirale declinante non si fermerà.

È lui che ha firmato gli acquisti di calciatori tutto sommato modesti, che appartengono a un circuito minore rispetto a quello cui il Napoli ci aveva abituato. Oggi, checché ne dica la piazza – che per definizione è incompetente – gli unici calciatori del Napoli che hanno un mercato sono Lozano e Fabian. Ovviamente acquistati da Ancelotti. Persino Meret – brutalizzato dalla gestione Gattuso – ha ancora mercato.

De Laurentiis deve guardarsi allo specchio. Riflettere sui no a James, a Ibrahimovic (qui la spiegazione), sui no alle cessioni della vecchia guardia. E deve trovare le proprie responsabilità. Altrimenti qualsiasi esonero, qualsiasi allontanamento, servirà a ben poco.

 

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