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Con un traghettatore il Dortmund è quasi ai quarti di Champions e sta risalendo in Bundesliga

POSTA NAPOLISTA – A dicembre il Borussia ha esonerato Favre e ha assunto Terzic l’ex del settore giovanile. Perché a Napoli non è possibile?

Con un traghettatore il Dortmund è quasi ai quarti di Champions e sta risalendo in Bundesliga
Caro Napolista,
invocare la mancanza di un traghettatore che possa accompagnare il Napoli a fine stagione è uno di quegli argomenti molto pretestuosi che nascono dalla mentalità snobistica – per non dire pacchiana – con cui l’ambiente napoletano oppone tenace resistenza a dare la virata che servirebbe quando, come ora, si versa in una fase di involuzione desolata e perdurante.
Il Napoli di Gattuso ha ormai raggiunto una continuità di risultati scoraggianti che la squadra non conosceva da oltre dieci anni e in questo panorama ci si concede il finto argomento ostativo di dire che Tizio non prende squadre in corsa, che Caio chiede garanzie che ora la società non può dare e che quindi è anche per colpa di Tizio e di Caio che il Napoli resta nel limbo di questo pantano. Insomma, si fa sfoggio della mentalità di chi invoca l’avversità dei fattori esterni per ridimensionare le proprie manchevolezze, fino al parossismo di crogiolarsi nei propri guai, dandone letture a dir poco singolari (si vedano le conferenze stampa postpartita da “se mi girano, vado ad allenare in Kuwait” fino a ieri sera).
Tanto per dirne una, il Borussia Dortmund, sotto Natale, dopo un umiliante 1-5 casalingo contro lo Stoccarda,  terza sconfitta interna consecutiva, ha esonerato Favre che sedeva sulla panchina da due anni e mezzo e lo ha sostituito con Edin Terzic (38 anni) tesserato che aveva già diretto il settore giovanile e che la società già aveva affiancato a Favre e al suo vice. Ora il Borussia si sta battendo coi denti cercando di puntare il quarto posto. Non si sa se ci riuscirà, ma intanto sta giocando a pallone. Lo scorso fine settimana, ha battuto 4-0 lo Schalke fuori casa nel derby della Ruhr, derby che è molto sentito a livello regionale. Lo Schalke attualmente è una squadra disastrata da un dissesto economico irreversibile, ma il derby della Ruhr ha sempre il suo surplus di componente emotiva.
Ebbene, nell’intervista di fine partita, i giornalisti hanno chiesto a Terzic se dopo una vittoria così rotonda non gli dispiacesse che la società appena due giorni prima aveva ufficializzato per la prossima stagione l’arrivo di Marco Rose dal Mönchengladbach, dove tra l’altro lo stesso Favre aveva allenato a lungo prima di una parentesi a Nizza. Edin Terzic ha messo tutti a tacere dicendo che lui resterà un tesserato del Borussia con nuovi compiti e che fino a fine stagione il suo compito è quello di portare risultati alla prima squadra. Cosa che non sta facendo neanche malaccio, visto per esempio che all’andata degli ottavi di Champions il Borussia è andato in Spagna e ha vinto 3-2 fuori casa, non a Granada ma a Siviglia, una squadra cui, avendo vinto quattro delle ultime sette edizioni di Europa League, non si può certo fare l’appunto di voler uscire dalle competizioni europee per potersi allenare con tranquillità per una settimana di filato, quest’argomento spettrale che in questi giorni a Napoli è tornato di moda per sottolineare i presunti vantaggi di essere cacciati dal Granada ai sedicesimi.

E si torna quindi alla mentalità: perché questa squadra non dovrebbe essere traghettata a fine stagione da un tesserato interno? La piazza sarebbe delusa dicendo che il nuovo allenatore non è da Napoli? E tanto piacere! L’esperimento di Dortmund non riuscirebbe a Napoli? Ma perché? Cosa c’è di unico e di irripetibile nel Napoli, che ne farebbe una squadra diversa da tutte le altre? L’unica cosa veramente unica e irripetibile che vedo è il fatto che un allenatore che da oltre un mese condisce il postpartita di dichiarazioni inammissibili, stia ancora al suo posto. È questa, oggi, se ce n’è una, la specialità che rende unici Napoli e il Napoli. Qui si tratta di curare l’abc, cioè fare giocare i calciatori nei loro ruoli con consegne certe, possibilmente senza opprimerli con urla isterizzanti per 95 minuti.

L’alternativa è dare a Gattuso altri tre mesi di tempo, finalmente senza il fastidio delle soste settimanali, per fare lavoro di cesello sul gioco orizzontale di disimpegno in difesa. Con giocatori sempre più inebetiti dalla domanda proibita (a chi giova tutto questo?) e sempre più concentrati solo a capire che cosa succederà dopo.
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