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«In America latina “negrito” non è razzista, è affettuoso». La “Crusca” uruguaiana difende Cavani

Come nel caso del romeno “negru” dell’arbitro di PSG-Basaksehir, il contesto fa una gran differenza. E così l’Accademia della lingua uruguaiana interviene: “La FA è ignorante sullo spagnolo, e ha commesso un’ingiustizia”

C’è un evidente problema lessicale col razzismo nel calcio. Dopo il caso del “negru” dell’arbitro rumeno che aveva fatto rinviare il match di Champions tra PSG e Basaksehir, ora ecco le tre giornate di squalifica a Cavani per aver usato il termine “negrito” sui social per sfottere un amico. Il problema, in entrambi i casi, è che la traduzione contestuale dei termini non è razzista. In romeno “negru” è “nero”, non “negro”. E in America Latina “le parole che si riferiscono al colore della pelle, al peso e ad altre caratteristiche fisiche sono usate di frequente tra amici e parenti, specialmente nel diminutivo. In quel contesto sono espressioni di tenerezza e sono spesso utilizzate indipendentemente dall’aspetto del soggetto”.

Lo spiega l’Accademia della Lingua uruguaiana, una sorta di Crusca, che interviene in difesa dell’attaccante connazionale. “La Federcalcio inglese ha commesso una grave ingiustizia e ha dimostrato la sua ignoranza in materia linguistica e in particolare dello spagnolo”, si legge in un comunicato.

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