L’ultimo Consiglio dei ministri ha approvato sul filo di lana un decreto legge che assicura l’autonomia del Coni, che eviterà la sanzione del CIO
L’ultima mossa di Conte, prima di presentare le dimissioni da Presidente del Consiglio, è la “salvezza” in extremis della bandiera italiana alle Olimpiadi. Messa così sembra una velina di regime, ma in sostanza è ciò che è avvenuto: il provvedimento “tampone” che solo 24 ore fa auspicava il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è arrivato dall’ultimo Consiglio dei Ministri presieduto dal premier prima che salisse al Quirinale per lasciare nelle mani del Presidente della Repubblica il destino del suo incarico. Il Consiglio ha approvato sul filo di lana un decreto legge che assicura l’autonomia del Coni, tenendo in vita il sogno olimpico italiano nella sua interezza, ovvero con bandiera tricolore e inno nazionale.
Nel provvedimento, infatti, il decreto restituisce e garantisce al Comitato olimpico nazionale l’autonomia sul personale (inteso come pianta organica e non attraverso una ‘mini spa’) e sugli asset. Alla vigilia dell’Esecutivo del Cio che avrebbe esposto l’Italia al rischio altissimo di una sanzione senza precedenti, il Governo ha lanciato il segnale che mancava dopo due anni di promesse e discussioni: certo, è una soluzione che copre la falla, ma tanto dovrebbe bastare a Thomas Bach, presidente del Cio, per concedere altro tempo al nostro Paese così da aggiustare il tiro e risolvere la questione definitivamente.
“Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto contenente le norme che sanciscono l’autonomia del Comitato Olimpico Nazionale Italiano – ha scritto in una nota il ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora – Ora l’ultima parola spetta al Parlamento in sede di conversione. Per la lunga e gloriosa storia sportiva e democratica del nostro Paese era improbabile che l’Italia venisse così duramente sanzionata già domani, ma la decisione di oggi fuga ogni dubbio e risolve il problema dell’indipendenza del CONI lasciato aperto dalla riforma del 2019”.