ilNapolista

Il caso Suarez scoperchia il malaffare universitario. I pm: “valutavano i candidati con logiche spartitorie”

Sul Corriere dell’Umbria le intercettazioni della Guardia di Finanza. E il giudizio tranchant: “Sembra chiaro che la valutazione non si fondi sul merito ma all’appartenenza del candidato a questo o quell’altro docente sponsor”.

Il caso Suarez scoperchia il malaffare universitario. I pm: “valutavano i candidati con logiche spartitorie”

Il Corriere dell’Umbria riporta degli stralci di intercettazioni tra i professori implicati nell’esame farsa di Louis Suarez. Ciò che ne emerge è che il caso del calciatore scoperchia una pratica reiterata. Il malaffare universitario, è proprio il caso di dire.

“Oh, proprio un lavoro… quando ce se intiende!”. “Quando ce se intiende sì!”.

Due frasi emblematiche, quelle riportate dal quotidiano. La prima è pronunciata dalla professoressa Stefania Spina, che preparò Suarez per l’esame, indagata. La seconda è della prorettrice (non indagata) Dianella Gambini. L’intercettazione risale al 16 settembre scorso, un giorno prima dell’esame di Suarez. Il quotidiano spiega:

“Parlano di valutazioni, candidati e progetti in relazione al concorso dottorato di ricerca, condividendo voti in relazione a nomi e docenti di appartenenza. E’ l’ultima frontiera dell’indagine della Procura di Perugia“.

Nell’informativa inviata alla Procura della Repubblica, i pm scrivono:

“le valutazioni dei candidati al dottorato erano già state definite, ancorché in bozza (…) ed effettuate in base a logiche spartitorie”. “Sembra quasi normale dal tenore delle loro conversazioni che la valutazione non si fondi sul merito ma all’appartenenza del candidato a questo o quell’altro docente sponsor”.

Una pratica che riguarda anche il dottorato in scienze linguistiche. La Guardia di Finanza ha intercettato un vocale whatsapp del 12 settembre inviato dalla Gambini alla Spina. La prorettrice valuta positivamente tre progetti dei ragazzi che stava seguendo la Spina.

“Il giorno dopo fanno riferimento alle valutazioni dei candidati. Le intercettazioni sono definite eloquenti: “Questa è la nostra, lavora con noi da una vita”. E ancora: “Questa è la sorella, mi ha chiamato lui”. I giudizi più alti (A, rispetto a B e C) vengono dati purché “non influiscano sui tre candidati”. Ai nomi di altre prof vicine però “gli si può dare una A, così la facciamo contenta”. C’è “uno studente Itas bravo molto bravo”, purtroppo però ha fatto la tesi con una docente che evidentemente non fa parte della cerchia. Tutto si conclude con un vocale: “Tanto il risultato è come deve essere””.

ilnapolista © riproduzione riservata