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Benedetta Pilato: «Nella Nazionale di nuoto non ci sono allenatrici, è tipicamente italiano»

Intervista a Repubblica: «Adam Peaty è allenato da una donna. Se il Sud avesse strutture adeguate, emergerebbero più ragazzi». Lei è di Taranto dove manca una vasca da 50 metri

Benedetta Pilato: «Nella Nazionale di nuoto non ci sono allenatrici, è tipicamente italiano»
Gwangju (Corea del Sud) 28/07/2019 - Campionati Mondiali di Nuoto / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Benedetta Pilato

Repubblica intervista Benedetta Pilato la quindicenne nuotatrice che si è già qualificata per le Olimpiadi e che ha vinto un’argento mondiale nel 50 rana. Sta smaltendo i postumi del Covid. È di Taranto dove non c’è una vasca di 50 metri per allenarsi.

Chiede Repubblica: neanche Pietro Mennea aveva una pista a Barletta. Quante altre Benedetta Pilato ci sono al sud?

«Non so quante, ma sono certa che con delle strutture più adeguate ci possa essere molto più movimento, molti ragazzi riuscirebbero a esprimersi meglio e a uscire fuori. Spero che nei prossimi anni le cose possano cambiare, magari anche attraverso i miei risultati. Forse per i Giochi del Mediterraneo del 2026 potremo avere una vasca da 50, ma è ancora presto per saperlo».

Nello sport le donne sono vincenti, poi faticano a emergere in altri campi.

«Alla mia età noi femmine siamo molto più avanti dei maschi. Poi, in effetti, se penso alla nazionale, non ci sono allenatrici donne. È tipicamente italiano: il coach di Adam Peaty è una donna».

Racconta il suo mondo di quindicenne

«Scuola, piscina, studio, amici. La musica di Jovanotti e serie tv, che sto guardando molto in quarantena passato il mal d’occhi, mal di testa e i dolori muscolari. Niente libri, non mi piacciono. L’ecologia è un tema, ma sono molto lontana dall’essere una Greta Thunberg. Il mio pappagallo Pluto, intelligentissimo. Mi sono fidanzata da sei mesi con Francesco, nuota anche lui. Purtroppo ci ha tolto tante cose questo 2020, ma era inevitabile. Tante videolezioni: l’unico lato positivo è che mi svegliavo più tardi, ma per il resto stare così tanto al pc e senza i compagni mi è mancato moltissimo. Così non vedere gli amici, anche se io non esco tanto comunque. Un sacrificio? Per niente».

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