Lo Spiegel ha intervistato un noto sociologo dello sport, che spiega: “Non esiste sport senza atmosfera, emozione. Se manca quella il fatto tecnico perde importanza”

Esiste una formula matematica per spiegare quanto manchi allo sport il pubblico. L’ha pensata Robert Gugutzer, professore di scienze sociali dello sport alla Goethe University di Francoforte. Nel suo lavoro si occupa, tra le altre cose, della sociologia della dipendenza dallo sport, degli sport estremi, del culto del corpo e dell’auto-ottimizzazione. Lo ha intervistato lo Spiegel, per farsi spiegare nel dettaglio scientifico quel che tutti hanno percepito: lo sport senza pubblico è cambiato. Ci sono dei motivi.
“L’atmosfera è il risultato della materialità dello spazio (l’impianto sportivo) meno la massa mancante di corpi umani e tangibili (anche striscioni, sciarpe ecc.) e “altre cose” (come i canti, i riflettori ecc.) più le aspettative del pubblico”. E’ un po’ una provocazione, uno scherzo, dice. Ma l’argomento è molto serio.
“L’atmosfera è qualcosa di diverso da un’emozione collettiva creata specificamente dalle persone. Anche ora che non c’è il pubblico c’è un’atmosfera, anche se percepita come cupa, a volte anche spaventosa. Ora allo sport manca lo spazio affettivo che ti abbraccia e ti cattura“.
“Viviamo in un tempo e in una cultura molto attivi. Dobbiamo tutti fare qualcosa, creare qualcosa. E poi ci sono fenomeni che, al contrario, ci fanno qualcosa, che ci toccano, ci influenzano. Questi fenomeni non giocano un ruolo importante nella scienza e nella filosofia moderne perché contraddicono l’idea prevalente che il soggetto sia autonomo e debba essere attivo. Ma la vita è modellata da momenti che contengono tali esperienze passivo-patiche. Se chiedi a qualcuno: cosa ricordi? senti spesso esempi di qualcosa fuori dall’ordinario, di sorprendente. La sorpresa è qualcosa che ti accade in modo evidente. Il fascino dello sport ha molto a che fare con la sorpresa. Non esiste sport senza atmosfera. Ti sei mai chiesto perché le persone corrono di notte o la mattina presto? Non solo perché si adatta meglio al tuo programma quotidiano e corrisponde al tuo bioritmo. Ma anche per l’atmosfera, correre da solo nella grande città o al parco al buio o all’alba.
Il punto per il professore Gugutzer è che oggi lo sport non basta a se stesso.
“Oggi lo sport spesso non è più solo sport, ma anche o addirittura principalmente intrattenimento. E l’intrattenimento è un’esperienza. Lo sport come intrattenimento deve fare qualcosa per te, deve essere un evento, e ora non è più così. Ora in quanto spettatori, assistiamo al mero gioco. E questo non è abbastanza, per la maggior parte di noi. Per molti spettatori lo sport è solo un mezzo per immergersi in un’atmosfera straordinaria”.
“Sono le attribuzioni che rendono speciale una competizione sportiva, motivo per cui viene vissuta in modo diverso. E poi c’è l’identificazione. Se ti schieri con una squadra o un atleta, lo sport diventa molto più emozionante. Sei eccitato, teso. Il desiderio di sperimentare la tensione è un fattore chiave per cui le persone sono interessate allo sport. Offre regolarmente eventi emozionanti in modo innocuo. Senza l’atmosfera cala tutto questo”.