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Basket, Dal Monte: «Più di un pick and roll, conta la qualità delle relazioni. Ho imparato da mia moglie» 

Al Corsport il coach della Fortitudo che da ultima ha battuto il Venezia: «Ho dedicato un po’ più di tempo a ciò che va oltre il discorso tecnico»

Basket, Dal Monte: «Più di un pick and roll, conta la qualità delle relazioni. Ho imparato da mia moglie» 

Domenica la Fortitudo ultima in classifica e decimata dagli infortuni è riuscita a battere il Venezia. Quasi un miracolo. Compiuto anche grazie alla pazienza e alle grandi capacità motivazionali del coach Luca Dalmonte, scrive il Corriere dello Sport, che lo intervista.

«Alla squadra ho solo chiesto una cosa: prima di vincere contro la Reyer, vinciamo contro noi stessi. Ovvero, dobbiamo essere pronti a giocare al meglio delle nostre possibilità. E così è stato».

Racconta le criticità incontrate nell’ereditare la squadra da Meo Sacchetti.

«La principale era quella di far usare a tutti il noi, dimenticando l’io, mettendo il proprio essere al servizio della squadra. Da qui a cascata poi vanno affrontati tanti incastri che è necessario sistemare, perché oggi siamo ancora in un processo di assestamento».

Quest’anno senza allenare, racconta, è servito soprattutto per dedicarsi alla cura di altri particolari.

«La sofferenza è stata tanta, perché il basket è prima di tutto passione: se non lo vivi nel quotidiano è come se ti mancasse l’aria. Ho approfittato per dedicare un po’ più di tempo a ciò che va oltre il discorso tecnico: parlo della gestione del gruppo e del singolo, e di come approcciarsi agli atleti. Mi sono documentato affidandomi a testi e appunti. E questo anche perché mia moglie è responsabile della gestione delle risorse umane di una azienda: anche grazie a lei mi sono indirizzato verso questa direzione. Perché penso che, al di là di un pick and roll o di un post basso, la qualità delle relazioni è molto importante nell’efficienza del gruppo squadra».

E’ stato vice in Nazionale, in campionato ha ottenuto quasi sempre buoni risultati, non si è sentito mai sottovalutato? Gli chiedono. Risponde:

«No, sono felicissimo delle mie esperienze. I rimpianti non ti fanno vivere meglio. Io ogni mattina mi sveglio e cerco di essere la migliore persona possibile, al di là di essere un discreto allenatore o meno. Alle persone che ho di fronte dico sempre che a loro do un vantaggio: il Dalmonte che vedono è esattamente ciò che sono».

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