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Gazzetta: sicuri che il problema siano le Asl o il protocollo è superato dall’emergenza?

Un ampio servizio che evidenzia i casi più eclatanti di disobbedienza alle Asl (Juve e Fiorentina) e arriva a una conclusione più generale

Gazzetta: sicuri che il problema siano le Asl o il protocollo è superato dall’emergenza?

Il violentissimo provvedimento – impropriamente definito sentenza – del presidente della Corte d’appello federale Sandulli ha riacceso i fari sul rapporto tra squadre di calcio e Asl. È di oggi la notizia che la Asl di Napoli sta valutando la possibilità di querelare il presidente della Caf per il contenuto del provvedimento.

Oggi la Gazzetta pubblica un servizio molto interessante sulla prevenzione, sul rispetto del protocollo e sul comportamento delle presunte Asl “cattive”.

La Gazzetta ricorda soprattutto due casi. Quello della Juventus e quello della Fiorentina.

Cristiano Ronaldo e alcuni suoi compagni (Dybala, Cuadrado, Bentancur e Danilo) decidono però di violarla (la bolla, ndr) e di partire per le rispettive Nazionali senza aspettare il secondo tampone liberatorio. Cosa che invece fanno gli azzurri Chiellini e Bonucci. È la stessa Juve a segnalare il caso alla Asl competente, che automaticamente informa la procura della repubblica di Torino. Si va così all’apertura di un fascicolo e viene aperta anche un’inchiesta della procura federale.

Alla Fiorentina cinque giocatori – Milenkovic, Vlahovic, Martinez Quarta, Amrabat e Caceres

hanno violato la consegna della Asl locale per andare in Nazionale. Una situazione imbarazzante: perché la Federazione da una parte ha posto il problema dell’«uniformità delle decisioni delle Asl» e del rispetto delle convocazioni per evitare sanzioni della Fifa, dall’altra si troverà costretta ad affrontare il caso con la procura federale.

Scrive la Gazza: “il rapporto del calcio con le autorità sanitarie locali va a corrente alternata”.

E conclude:

Forse c’è una domanda che il calcio si deve fare: siamo sicuri che il problema sia solo delle Asl «cattive» o «buone» o non sia arrivato il momento di alzare ancora le difese e interpretare le regole con la massima prudenza prendendo atto che viviamo una fase della nostra vita in cui l’emergenza non guarda in faccia a nessuno?

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