Barbano sul caso Lazio: non sono le indagini la soluzione, c’è bisogno di chiarezza nel calcio

Sul Corsport: Il calcio non dimentichi che la facoltà di continuare a giocare è una responsabilità, non un privilegio

Caos tamponi Lazio

Anche se al momento la situazione strettamente calcistica del “caso Lazio” che si è aperto intorno ai tamponi ballerini di Immobile, Levia e Strakosha, si è risolta con l’isolamento in quarantena dei calciatori, ha aperto la strada ha nuovi dubbi ed ha due inchieste una della Figc e una della Procura.

Un nuovo “scandalo” come lo definisce Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport di cui non si sentiva la necessità

Il calcio non dimentichi che la facoltà di continuare a giocare è una responsabilità, non un privilegio. E pretende chiarezza di regole e lealtà sportiva. Mancano purtroppo l’una e l’altra. È illogico che l’accertamento della salute degli atleti sia stato delegato a un federalismo clinico che interseca, spesso in conflitto di interessi, l’autonomia dei club.

Serve chiarezza e non sotterfugi sottolinea Barbano che parla di necessità di mettere da parte le rivalità

Le indagini sul singolo episodio non basteranno a scacciare i sospetti, se il calcio non mette da parte rivalità e sotterfugi e non imbocca la via della chiarezza. Che impone un’unica centrale per i tamponi dei giocatori. In un sistema che ha delegato alle Asl la gestione della profilassi, non è pensabile che il campionato scarichi le sue controversie sulla burocrazia sanitaria, il cui verdetto sarà sempre quello di isolare e interdire, in nome di un principio di precauzione. Che ieri ha trovato conferma nel divieto opposto dalla Asl Roma 1 ai tre laziali

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