Nella Liga 111 infortunati in 50 giorni: “il calendario è diventato un pestaggio”
Era uno degli spauracchi della tarda primavera. E i numeri confermano: non ci si ferma più. De Bruyne: "Gioco ininterrottamente da due anni, ma nessuno ascolta i giocatori"

Ph Carlo Hermann/KontroLab
“Il calendario è diventato un pestaggio di calciatori, ne sta facendo poltiglia”.
Presi, tutti, dal difendere i campionati dal rischio chiusura per eccesso di contagi, sono in pochi quelli che tengono il conto dei danni collaterali di calendari sempre più convulsi. Era uno degli spauracchi della tarda primavera, quando si cercava di immaginare il futuro del calcio nella pandemia. E i numeri confermano.
Il dottor Ripoll, uno dei soci fondatori della clinica spagnola Ripoll y De Prado dice al quotidiano ABC che “in questi primi 50 giorni della stagione 2020/21, tra le venti squadre della Liga ci sono già stati 111 infortunati e 117 infortuni, 78 dei quali muscolari e 39 traumatici. Rappresenta un aumento approssimativo del 30% rispetto alla scorsa stagione“.
E’ il risultato del calendario senza soste, con partite ogni tre giorni, nazionali comprese. Kevin de Bruyne, la star della City, ha dato voce al malcontento dei colleghi:
“Gioco ininterrottamente da due anni, ma nessuno ascolta i giocatori. È preoccupante. Non abbiamo avuto più di quindici giorni di ferie”.
Le stagioni 19/20 e 20/21 di fatto si sono unite e si concluderanno la prossima estate con gli Europei, la Copa América e le Olimpiadi. Il rischio infortuni è più di un rischio.
“Ho avuto 18 giorni di ferie ed è chiaro che questa situazione estrema porterà a più infortuni, ma siamo già abituati a non poterci lamentare perché, ovviamente, siamo dei privilegiati”, spiega un calciatore spagnolo che gioca in Serie A.
Per De Bruyne “serve soprattutto riposo a livello mentale, ma nessuno ci crede. Dicono tutti: ‘guadagni bene, quindi devi solo essere in grado di gestirlo’. È così che va. Purtroppo, vedo arrivare un’ondata di feriti.
La rabbia tra i giocatori si estende anche ai club. “Tutto è molto più serrato e più intenso, soprattutto per le nazionali. La UEFA sta sfruttando i grandi club allungando le partite della nazionale come una gomma da masticare. Siamo i grandi perdenti”, dice un dirigente di una grande squadra spagnola.