Sul Cormezz i risultati dello studio condotto da Comune con l’Università Vanvitelli. Attenzione a Secondigliano, Miano e San Pietro a Patierno. Non c’è, in città una zona a basso incremento.
Sul Corriere del Mezzogiorno i risultati di uno studio condotto dal Comune di Napoli con l’Università Luigi Vanvitelli sull’incidenza del Covid a Napoli. I quartieri più colpiti risultano essere quelli dell’area nord, forse anche a causa della maggiore promiscuità familiare e delle condizioni di vita più difficili che rendono difficile la prevenzione. Dunque Scampia, Piscinola e Chiaiano, definiti come zona rossa («Area calda»).
Sono considerati, invece, zona arancione, o “Zona di riscaldamento”, Secondigliano, Miano e San Pietro a Patierno, dove i contagi sono minori ma c’è un incremento percentuale elevato per cui si teme che nei prossimi giorni possa esserci un’ulteriore crescita del contagio.
Meglio nei quartieri San Carlo all’Arena e Stella, mentre restano sotto osservazione Pianura, Soccavo, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio e Barra, dove c’è un lieve incremento dei contagi. Attenzione anche per la zona collinare del Vomero-Arenella e per Fuorigrotta e Bagnoli.
Colpisce che non ci sia, in città, neanche una Zona verde o «Zona fredda», cioè a basso tasso e incremento.
Il report dà dunque risultati molto diversi rispetto a quello che, qualche settimana fa, indicava come quartieri più colpiti Chiaia e Posillipo.
“Ora la tendenza sembra quasi invertita. Probabilmente anche a causa del fatto che sono aumentati i tamponi nelle aree periferiche. Mentre appare abbastanza plausibile che l’impennata di fine estate tra Chiaia e Posillipo sia stata almeno in parte causata dai rientri dei vacanzieri da località estere”.