L’età fiorita, la stagion lieta nella tenuta di famiglia ad Amatrice, quando era un garzoncello scherzoso e viveva giorni d’allegrezza

Il Presidente vien dalla campagna, in sul calar del sole. E per qualche secondo di una lunga conferenza stampa di chiusura del ritiro del Napoli in Abruzzo, si immerge nel racconto della sua infanzia agreste, passata nella tenuta “al confine tra l’Abruzzo il Lazio e le Marche, vicino ad Amatrice. Una zona estremamente ancestrale, dove c’erano i valori della terra, i valori reali della vita a contatto con la natura”.
E’ il Sabato del villaggio di De Laurentiis: la metrica, le pause, la scelta delle immagini, gli odori, i profumi… E’ Leopardi, è la Madeleine di Proust. Il presidente del Napoli canta la sua età fiorità quando, da garzoncello scherzoso, viveva giorni d’allegrezza: la stagion lieta del fanciullo Aurelio.
“Sveglia all’alba, rientro al tramonto, poter mangiare un pomodoro colto dal campo e metterselo in bocca. Il rubare cavalcando un muro una noce, che poi il mallo da bambini ti faceva diventare tutte le mani nere, non riuscivi a tirar via questo inchiostro negativo, per cui ricevevamo mille rimproveri. E l’andar per more (che non sono le donne) per fare le marmellate. Il poter andare a pescare i gamberi di fiume, spruzzando l’acqua con le rane spellate”.
Per chi volesse ascoltarla declamata, la trova dal minuto 18’29” al 19’48”.