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Il Consiglio Federale ha evidenziato il fallimento di Nicchi

Il Corriere dello Sport sottolinea due aspetti: La riunione di CAN A e B era necessaria da anni, ma ce ne sono voluti dieci prima di farlo. I lavori per la VAR Room sono ancora fermi

L’importanza del Consiglio Federale di ieri va ben oltre la ratifica delle date di inizio e di fine del campionato, specialmente per la serie di decisione adottate per la componente arbitrale. A cominciare dalla riunificazione delle Commissioni A e B, che tornano a comporne una unica, dopo che era stato proprio Nicchi a dividerle nel 2010. Infatti, il Corriere dello Sport evidenzia la scelta errata.

L’approvazione delle modifiche certifica anche, «all’unanimità», il fallimento del progetto portato avanti da Marcello Nicchi, che volle dieci anni fa quella divisione, approfittando del fatto che la Lega di Milano aveva scisso le due categorie. Un disastro arbitrale che è sotto gli occhi di tutti: rischiamo di non avere un nostro arbitro ai Mondiali in Qatar nel 2022, a meno che ad Orsato non venga data la deroga… della deroga (avrà 47 anni!). Che fosse una follia, Nicchi lo sa almeno dal 2013, ovvero da quando l’ex responsabile del Settore tecnico, Alfredo Trentalange (che lo sfiderà alle prossime elezioni) nella relazione di fine anno, suggeriva la necessità di riunificare il gruppo. Suggerimento reiterato nel tempo, ma sempre inascolato. Fino a ieri.

Rizzoli resterà il designatore capo, con quattro o sette vice. Chiude la carriera Gianluca Rocchi, pur essendo risultato il miglior arbitro del nostro campionato in graduatoria, mentre Calvarese e Giacomelli ricevono la deroga. Per Rocchi sembrava pronto un incarico in FIGC come responsabile VAR, ma pare che nelle ultime ore sia cambiato qualcosa. E così come si perde il miglior arbitro, si perde anche il miglior assistente, Manganelli, che l’AIA ha voluto pensionare senza deroga.

La deriva della gestione Nicchi si evince anche in un altro articolo del Corriere dello Sport, in cui viene sottolineato come il progetto di VAR Room centrale a Coverciano sia rimasto tale, nonostante il presidente dell’AIA l’aveva promossa per la scorsa stagione. E il rischio concreto è che non sia pronta neanche per la prossima.

Gli spazi ricavati nel seminterrato dell’ex palestra (ora divenuta Auditorium), appaiono in questi giorni ancora al grezzo. Una grande scatola vuota di piloni e cemento. I lavori infatti non sono molto avanzati rispetto a dieci mesi fa. Il perimetro d’accesso resta transennato e inattivo.

In ogni caso, sarà qualcosa da realizzare quanto prima. L’Italia è sempre stata antesignana in tema di tecnologia e VAR nel calcio, diventando un esempio e una guida per tante altre nazioni. Ed è il momento di tornare ad esserlo.

La Control Room completerebbe un percorso di eccellenza che ha fatto di Coverciano già un punto di riferimento internazionale in materia video-arbitrale. Non a caso il seminario pre mondiale dedicato agli arbitri Élite in prospettiva Russia 2018 si è svolto proprio nel Centro fiorentino, tre mesi più tardi, a inizio aprile. Poi si è arrivati alla vicenda appena ricostruita, ancora incompiuta.

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