A meno di improbabili novità, Gattuso opterà ancora per il modulo consolidato con Demme perno di centrocampo, Osimhen punta centrale e Mertens che torna esterno
L’amichevole con lo Sporting avrebbe potuto fornire qualche indicazione in più, sul Napoli che domenica scenderà in campo a Parma. Magari si sarebbe visto qualche esperimento più ardito, con un avversario di spessore. Tra sei giorni, infatti, comincia il campionato e sono tanti gli interrogativi sulla squadra che sceglierà Gennaro Gattuso. L’allenatore sembra aver fatto trasparire un’unica certezza consolidata, il centrocampo a tre composto dalle mezzali Fabian Ruiz e Zielinski e dal centrale Demme: contro il Pescara li ha tenuti dentro per quasi un’ora di gioco.
Improbabile, a questo punto, che il tecnico voglia subito sperimentare il 4-2-3-1. Contro gli abruzzesi è stato provato più per vedere l’efficacia di Mertens, arretrato alle spalle di Osimhen prima e Petagna poi. La caratura dell’avversario ridimensiona molto gli esiti di questi test tattici e per questo Gattuso ripartirà da un affidabile 4-3-3.
In porta ci sarà il solito Ospina, mentre sugli esterni agiranno Di Lorenzo e Mario Rui. Al centro, supponendo che non ci sia nessuna trattativa lampo per lui, ci sarà Koulibaly, con affianco Manolas se dovesse arrivare in ottime condizioni: altrimenti pronti sia Maksimovic che Rrahmani a subentrargli.
Per due terzi l’attacco è fatto. Nonostante l’ottima impressione di Petagna contro il Pescara, sarà Osimhen a guidare il tridente. Giocatori di questo tipo non possono vivere una fase di adattamento prima di essere impiegati. Il nigeriano ha bisogno di continuità, di sentire il campo, di cominciare a prendere familiarità con un nuovo calcio. E per farlo servono minuti, fiducia da parte di allenatore e squadra. Inoltre, è l’acquisto più costoso della storia del Napoli ed è stato preso per sopperire ad una precisa lacuna: la fisicità nel reparto avanzato. Insomma, aspettare sarebbe inutile. Senza dimenticare che è l’acquisto più costoso della storia del club: 50 milioni (secondo De Laurentiis 80).
Lo slot di esterno alto di sinistra sarà occupato come di consueto da Lorenzo Insigne. Dall’altro lato, invece, i dubbi sono più consistenti. Gattuso ha tre opzioni. La prima, più probabile, è che schieri Mertens in un ritorno alla posizione defilata, magari con più libertà di venire in mezzo al campo per essere maggiormente pericoloso. L’idea ha già sfiorato le intenzioni dell’allenatore, che in amichevole col Pescara ha provato questo assetto per qualche minuto prima di passare al centrocampo a due.
La seconda riguarda l’impiego di Politano, che nelle gerarchie è un po’ più avanti rispetto a Lozano. Proprio il messicano è la terza possibilità, ma Gattuso lo getterà nella mischia qualora la partita dovesse essere bloccata, sfruttando la sua vivacità nell’uno contro uno per giocare sulla stanchezza degli avversari. Un piano che ha funzionato in più occasioni nel finale della scorsa stagione (Verona e Genoa, per esempio).
D’altronde questo sarà l’obiettivo, almeno fino alla prima sosta: continuare nello stesso solco, operando una graduale trasformazione verso un 4-2-3-1 che permetta di sfruttare appieno le potenzialità offensive del Napoli. Servirà una costante ricerca dell’equilibrio in campo e qualche compromesso, a cui Gattuso sa di dover lavorare.