«I giovani che si stanno ammalando sono per lo più asintomatici, ma questo non significa che bisogna abbassare la guardia perché il virus non è diventato meno pericolo»
Il Mattino ha intervistato oggi Giorgio Palù, il professore emerito all’Università di Padova ed ex presidente della Società europea di virologia, che sta scrivendo un documentato libro su aspetti noti e meno noti del Coronavirus. Commentando il fatto che l’età media dei contagi si è notevolmente rispetto a quelli di marzo e aprile
«Da un lato questi soggetti sono più difficili da arginare rispetto all’adozione delle misure di sicurezza e prevenzione ma in quanto giovani, forti e sani, hanno esiti meno critici sul piano clinico. Del resto l’infettività è direttamente proporzionale ai sintomi»
Grazie anche al lockdown la carica virale attualmente in circolazione è più bassa
«Sappiamo che servono ben 21 mila coppie del virus per infettare in maniera sostenuta ma sappiamo anche che questo virus è molto contagioso. La carica ridotta nei giovani si giustifica con il loro sistema immunitario indenne e trova ragione in difese più efficienti ma soprattutto in apparati cellulari, gli endoteli che il virus colpisce, non infiammati.Un giovane è sano e forte dunque meno suscettibile».
Resta comunque il rischio che i giovani si trasformino in vettore e fonte di contagio per gli anziani che sono meno forti, proprio per questo deve restare alta l’attenzione, anche perché fino a che non ci sarà un vaccino dovremmo convivere con il virus e i focolai