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Gianni Amelio: «Troisi voleva una parte ne Il ladro di bambini ma il suo produttore disse di no»

Al Messaggero: «Dopo l’uscita in sala mi lasciò un messaggio in segreteria: “Sono contento di non aver fatto il film, avrebbero detto che il successo era merito pure di Troisi. Invece è solo tuo. Si nu Dio ‘e regista!”»

Gianni Amelio: «Troisi voleva una parte ne Il ladro di bambini ma il suo produttore disse di no»

Il Messaggero intervista il regista Gianni Amelio. La sua ultima creazione è Hammamet, sei milioni di incasso prima del lockdown.

Nel 1992 è stato autore de Il ladro di bambini. Racconta alcuni retroscena. Furono diversi gli attori che desideravano interpretare una parte nel film. Tra questi Banderas e Troisi.

«Antonio Banderas e io lo rifiutai. Ma una sera mi chiamò Massimo Troisi. Ci vedemmo nel suo ufficio di sera tardi, mi ricordo una lampadina nuda che pendeva dal soffitto. Dice, con quella sua lingua imprescindibile dalla faccia, che aveva letto di straforo il copione e apprezzato molto il personaggio del carabiniere: “Se vuoi lo adattiamo insieme”. “Proviamoci”. Due giorni dopo però mi comunica che il suo produttore si era messo di traverso, perché da lui voleva un film di Natale. Dopo l’uscita in sala del Ladro di bambini, trovai a casa un messaggio di Massimo alla segreteria telefonica».

Lo racconta:

«Me lo ricordo a memoria: “Sono contento di non aver fatto il film, perché avrebbero detto che il successo era merito pure di Troisi. Invece è solo tuo. Si nu Dio ‘e regista!”. Ho conservato il nastro, proprio come ho fatto con uno di Mario Monicelli che mi parlava de Le chiavi di casa: “Ma dove l’hai imparata questa grande semplicità?”».

 

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