Su Diario Olè. Nel 2016, tra il 13 e il 22 marzo, è stato ad Ankara, Istabul e Bruxelles: in totale 77 morti e quasi 500 feriti. Ora il difensore belga giocherà la semifinale di Champions League contro il Bayern
Su Diario Olè la storia di Jason Grégory Marianne Denayer, calciatore belga del Lione. Il difensore della squadra francese ha più volte detto che il calcio lo ha salvato dalla droga e dal mondo del crimine. Padre belga, madre congolese, Denayer ha vissuto in uno dei quartieri più malfamati di Bruxelles, Anneessens, dove trascorreva molto tempo per strada.
“Dovevi stare attento. Anche quando giocavi a calcio, qualche calcio stupido poteva creare un’atmosfera esplosiva. Ho incontrato ragazzi che avevano più talento di me, ma che hanno finito per scegliere un’altra strada. Questo è il pericolo di crescere in un quartiere così difficile”.
Denayer ha giocato con l’Anderlecht Inferiors, il Liverpool e poi, nel 2014, è approdato al Manchester City. Poi è finito in prestito al Celtic of Scotland e, nella stagione 2015-16 al Galatasaray. Con la maglia del club turco, il belga ha attraversato indenne tre attentati terroristici in tre diverse città, il tutto in dieci giorni.
Il primo, il 13 marzo 2016, ad Ankara Un’autobomba esplose al centro della città provocando 37 morti e 122 feriti. Lui era lì. Appena sei giorni dopo, il 19 marzo, Denayer era a Istanbul per giocare la partita contro il Fenerbache. Un attentatore suicida si fece saltare in aria provocando 5 morti e 34 feriti. Pochi giorni dopo, il calciatore si trovava nel suo paese, convocato dalla Nazionale per un’amichevole contro il Portogallo. Era il 22 marzo, si trovava a Bruxelles quando ci fu un attacco dell’Isis all’aeroporto e alla metropolitana. Furono 35 i morti e 340 i feriti. La partita fu rinviata.