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Politano è questo, oppure il Napoli e Gattuso devono aspettarlo (e lavorarci)?

Un’altra prestazione incolore contro l’Atalanta riapre la questione: è pronto per essere titolare nel Napoli? Intanto potrebbe approfittarne Lozano

Politano è questo, oppure il Napoli e Gattuso devono aspettarlo (e lavorarci)?

La critica non l’ha risparmiato, anzi. Matteo Politano è diventato uno dei simboli della sconfitta del Napoli a Bergamo. Ha rappresentato in qualche modo l’impotenza di una squadra davanti al cambio di passo degli avversari, un’intensità che non è stata gestita nella ripresa, quando l’Atalanta è saputa venir fuori e con due accelerazioni si è guadagnata il meritato successo.

Eppure, la squadra di Gattuso non ha giocato male. Nel primo tempo aveva dato la solita impressione di solidità. Contro quasi qualsiasi altra squadra, probabilmente, non sarebbe nemmeno arrivata la sconfitta. Il Napoli senz’altro non ha creato molto, o comunque meno del solito, ma d’altronde i nerazzurri non sono quarti per caso. Lo stesso Gasperini poi ha ammesso a fine partita di aver giocato con due risultati in mente, senza quindi forzare eccessivamente l’aggressività per cercare i tre punti, che sono arrivati lo stesso.

In ogni caso, Politano non è ancora ad un livello ottimale, tale da ereditare il posto di titolare da Callejon. I pregi dello spagnolo sono ben noti, è chiaro che trovandosi avanti un giocatore diverso sarebbe poco funzionale pretendere gli stessi compiti. Per un certo verso, i due sono quasi agli antipodi se non fosse che l’area di campo in cui agiscono è la stessa. Politano preferisce convergere con la palla al piede per andare a calciare da fuori, tenta anche l’uno contro uno, mentre Callejon preferisce muoversi senza palla, infilarsi con un tempismo perfetto tra i difensori avversari e battere a rete di prima intenzione.

L’approccio è differente soprattutto per la fase di non possesso. L’atteggiamento poco attivo di Politano ha favorito le incursioni a tutta fascia di Gosens, mentre Djimsiti si è tenuto più basso rispetto a Toloi. Magari le qualità di Callejon nei ripiegamenti difensivi si sarebbero fatte preferire, in una gara così.

La questione, comunque, è che per Politano è stato compiuto un investimento importante tra cartellino e ingaggio, perché il Napoli ha intenzione di affidargli una responsabilità di altrettanto spessore. Un onere che però a questo punto potrebbe risultare troppo pesante. Le prime settimane in azzurro non sono state di rilievo, per l’ex Inter, e al rientro dalla sospensione aveva fornito una buona prestazione contro la sua precedente squadra, prima di tornare ad un livello a malapena sufficiente.

Gli manca il guizzo, lo spunto, la giocata imprevedibile di cui ha bisogno questo Napoli per trovare la porta avversaria. Cose che ancora non si sono viste. La situazione apre ad alcuni interrogativi, a cui rispondere nei prossimi giorni. Il più impellente riguarda un dualismo che potrebbe sorgere con Lozano, che in questo momento della stagione è tra i giocatori più in forma a disposizione di Gattuso. Come se finalmente avesse ritrovato quella fiducia che gli è mancata per quasi tutto l’anno napoletano.

Finora, quando è entrato a partita in corso, ha lasciato il segno o ci è andato molto vicino. Ha dato una scossa alla squadra con le sue fiammate improvvise ed è questo ciò che si aspetta l’allenatore da chi occupa quella posizione. Il messicano ha le qualità per farlo, il giocatore comunque non si discute, almeno non ancora. Napoli aspetta di vedere la sua versione migliore. E il momento potrebbe essere arrivato. Le partite che restano di campionato, dal peso specifico sicuramente minore dopo la sconfitta di ieri, saranno fondamentali per tarare i nuovi equilibri della squadra e capire l’apporto effettivo che Politano, così come Lozano, potrà dare alla causa.

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