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Il Mundo Deportivo racconta il lutto di Gattuso e avverte il Barca: il Napoli vuol passare al Camp Nou per Francesca

“Ha trasformato lo spogliatoio di Napoli in una famiglia, lo gestisce con le stesse regole che governano la sua vita”. Il Barca invece è rappresentato da Piqué, il ribelle che arriva allo stadio in bici “come un surfista californiano”

Il Mundo Deportivo racconta il lutto di Gattuso e avverte il Barca: il Napoli vuol passare al Camp Nou per Francesca

Trenta righe per avvertire il Barcellona: Gattuso non scherza, vive e gestisce il Napoli come una famiglia, e se volete sapere quanto vale la famiglia per Gattuso, ecco qua il pezzo che vi racconta il lutto per la sorella, la profonda epica del lavoro che non si ferma mai, la grinta che trasforma il dolore in “cattiveria agonistica”. Il Mundo Deportivo sceglie la retorica del “cuore” per lanciare la sfida di Champions, contrapponendo, in un editoriale della vicedirettrice Cristina Cubero, il “carattere latino” del tecnico del Napoli alla simbologia della “bicicletta” di Piqué: allegro, ribelle, diretto, sicuro di sé.

Il pezzo va molto sul personale, e non è proprio una scelta di buon gusto:

“Rino parlava del lockdown con Francesca ogni giorno. Ogni notte le chiamate erano più brevi, si guardavano a malapena, sorrideva e lei diceva con gli occhi che non le restava più forza per continuare a combattere. Mamma Costanza era con Francesca, all’ospedale di Busto Arsizio, dove a febbraio è stato operato il più giovane dei fratelli Gattuso. Il diabete le stava togliendo la gioia. Ha sempre combattuto. Suo fratello voleva che il trattamento lo seguisse vicino a casa sua a Gallarate, dove quando era ancora un giocatore del Milan ha aperto un negozio di pesce gestito dai suoi cugini e dove servivano il miglior pesce in Lombardia. Il 3 giugno, la luce di Francesca si è spenta all’età di 37 anni. Suo figlio Alessandro ha appena compiuto 5 anni. Gattuso ha preso la macchina e ha viaggiato da Napoli verso il nord per stare con la sua famiglia, per poter dire addio alla sua sorellina, la ragazza di casa. Al mattino è tornato a Napoli per dirigere l’allenamento e poi si è recato in Calabria per i funerali nella parrocchia di Schiavonea. Una settimana dopo, il 13 giugno, in un San Paolo deserto, il Napoli ha eliminato l’Inter di Conte nella semifinale di Coppa Italia. Rino ha alzato le braccia al cielo per dedicare la vittoria a Francesca. Mercoledì 17 giugno, il suo Napoli ha conquistato la Coppa Italia in una memorabile finale contro la Juventus di Cristiano Ronaldo”.

Il Mundo si sofferma sulle regole, sul sergente di ferro Gattuso:

“Poche ore dopo che l’Italia aveva ordinato il lockdown in tutto il paese, Gattuso aveva già spedito a ciascun calciatore una cyclette e un tapis roulant. Ogni giorno controllava l’allenamento dei suoi giocatori con le videochiamate e le videochat, tentando di mantenere il gruppo forte. Nessun giocatore napoletano ha lasciato la città durante il lockdown, l’unica squadra in Italia che non ha sperimentato la diaspora dei suoi calciatori che cercavano di rifugiarsi nei loro paesi di origine”.

I risultati?

“Da quando il campionato è ripreso, il Napoli ha vinto sei delle sette partite giocate – ha perso solo contro l’Atalanta – e ha conquistato la Coppa Italia, facendo piangere Callejón come un bambino. Quel giorno, Rino è riuscito a convincere il presidente De Laurentis a perdonare ai giocatori la multa che aveva loro inflitto per essersi rifiutati di andare in ritiro dopo una sconfitta (con Ancelotti come allenatore). Gattuso ha fatto battere il cuore della sua squadra al ritmo che segna il suo carattere latino. I giocatori sono pronti a mostrare al proprio allenatore di potersi fidare di loro, che al Camp Nou potranno alzare le braccia e guardare il cielo, ricordando Francesca“.

Il punto dell’editoriale è che dall’altro lato troveranno l’opposto di tutto questo:

“Quel giorno Gerard Piqué dovrebbe arrivare con la sua bicicletta Greyp G12S, forse moderando la velocità, ma mostrando come fa sempre infinita fiducia in se stesso. Immenso nel campo, autentico nelle sue apparizioni in stampa, diretto, senza nascondersi. Genuino. Sempre. Con quel punto di ribellione da surfista californiano che ti fa vivere la vita senza pensare alle conseguenze. Il contrario di Gattuso”.

Il quale “guarda sempre negli occhi. Non si nasconde mai. Ha trasformato lo spogliatoio di Napoli in una famiglia, lo gestisce con le stesse regole che governano la sua vita. La famiglia è sempre la cosa più importante”.

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