Lo studio di Deloitte sullo stato economico del calcio europeo fotografa la crisi: ecco perché serviva tornare in campo il prima possibile

“Una grande sfida”. La chiama così Tim Bridge, direttore dello Sports Business Group di Deloitte. Quando le cose vanno malissimo “sfida” è il termine che traduce il baratro. E Deloitte nell’annuale “Annual Review of Football Finance” dipinge un quadro economico del pallone post-Covid al limite della bancarotta. Se ancora servisse una spiegazione della corsa sfrenata e delle forzature per riaprire una stagione in queste condizioni, lo studio svela i numeri nel dettaglio.
La Premier, per esempio. I ricavi complessivi dei club della massima serie inglese hanno superato i 5,9 miliardi di euro nella stagione 2018/19. Come entrate la Premier League superava del 73% il suo concorrente più vicino, la Liga spagnola. Grazie a questo flusso di denaro il rapporto salari-ricavi complessivi è aumentato dal 59% al 61%.
L’analisi di Deloitte prevede che lo stop di questa stagione costerà ai club della Premier League circa 1,1 miliardi di euro, di cui circa il 50% definitivamente perso a causa delle mancate entrate e degli sconti sui contratti di trasmissione e commerciali delle partite posticipate e giocate a porte chiuse.
Dan Jones, partner e capo dello Sports Business Group di Deloitte, afferma: “I club devono far fronte a molteplici impatti finanziari. Il ritorno del calcio è chiaramente importante per limitare l’impatto finanziario che la pandemia ha avuto. I campionati di tutta Europa hanno risposto in diversi modi e con ritmi diversi. Il successo del ritorno di ciascuna lega e la forza delle relazioni di ciascuna con le emittenti e i partner commerciali avranno un impatto potenzialmente significativo e duraturo sulla forza finanziaria di club e leghe”.