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La memoria corta dei lombardi che per decenni hanno alimentato il razzismo e ora piagnucolano

Nessuno ha mai gioito per il dramma coronavirus ma ci saremmo aspettati una severa autocritica invece di patetiche azioni di distrazione di massa

La memoria corta dei lombardi che per decenni hanno alimentato il razzismo e ora piagnucolano

È l’esempio lampante del carnefice che diventa vittima. Per anni hanno creato mediaticamente una crociata culturale contro Napoli ed il Meridione facendo passare per folklore quello che è a tutti gli effetti una spirale razzista senza precedenti. Ora che piangono, a ragione, si sentono colpiti, ora che farebbero fatica a cantare “Usa il sapone” oppure “vaccinatevi!” o ancora “Napoletano Coronavirus” capiscono quanto possa far male il razzismo, il degrado morale, la separazione empatica della nazione.

A turno, prima Sala, poi Vecchioni ed ancor prima Fontana – e infine Ferruccio de Bortoli – hanno provato ad urlare tutto il loro disagio nel vedere la grande Milano vittima della paura italica dimenticando però un fattore importante: i meridionali mai hanno riso delle disgrazie, cantato negli stadi biechi cori o gioito per la morte di qualcuno. A Brescia, prima che l’emergenza colpisse drammaticamente la Lombardia, allo stadio abbiamo ascoltato sul coronavirus e i napoletani.

Per anni testate padane hanno irriso e aiutato il diffondersi di un sentimento anti-meridionale talvolta cavalcandolo altre volte irridendo chi mostrava sdegno. Ora sono vittime della propria educazione civica, accoltellati dalle proprie lame e questo dispiace. Da quando è cominciata sta storia e da quando la Lombardia in pratica è stata lazzaretto d’Italia, sono cominciate le patetiche azioni di distrazione di massa per nascondere il disastro amministrativo e gestionale dell’emergenza sanitaria.

È divertente, assai divertente assistere a questo patetico teatrino della stampa milanese e dei suoi esponenti più illustri, da de Bortoli a Vecchioni che si sentono defraudati di un ruolo che si sono affibbiati da soli, se ne sono convinti, se lo sono cantato e venduto, ossia che il Nord sia la perla d’Italia infallibile, mentre il Mezzogiorno il ricettacolo di inconcludenza che rovina la loro immagine. E no, la storia si fa con i fatti, ed oggi la realtà ha tolto le maschere e ha svestito il personaggio di carta del mito del nord Italia.

Smettetela di piangere e lavorate per gestire al meglio la vostra sanità!

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