A Repubblica l’organizzatore della manifestazione: «Quale scorta? Secondo lei fanno la scorta ai ciclisti che la domenica vanno sui colli?»

Repubblica intervista Piero Dainese, direttore sportivo di Obiettivo3, la squadra di Zanardi, l’organizzatore della corsa in cui l’atleta ha avuto l’incidente che lo costringe, adesso, al coma farmacologico.
«Per chi ci accusa, chi parla di gara, comunicazioni a sindaci, scorte o permessi mancanti, vorrei dire che non ha alcun senso metterci alla gogna: la nostra era solo una biciclettata da bar fra amici. Non c’era bisogno della scorta. Sappiamo perfettamente cosa vuol dire organizzare una gara. Alex è il primo a rispettare le regole. Quale scorta? Secondo lei fanno la scorta ai ciclisti che la domenica vanno sui colli? No, si pedala, cercando di fare attenzione».
Zanardi non avrebbe neppure dovuto esserci, dice.
«No, non era in programma, non quel pezzo di strada. Ma era lì e si è lasciato coinvolgere dall’entusiasmo dei nostri atleti e così ha deciso di esserci per onorare il messaggio che volevamo mandare con la staffetta».
L’idea della staffetta era stata proprio di Zanardi.
«Alex l’aveva voluta per far vedere all’Italia che si poteva ripartire dopo il Covid, magari anche dallo sport. Che se ce la fa un gruppo di persone senza gambe, possono farcela tutti. E così abbiamo pensato a una scampagnata a tappe, da nord a sud, dandoci il cambio in una cinquantina».
Non c’era bisogno di avvertire le autorità, spiega.
«Non avevamo il dovere di avvertire nessuno, era solo una passeggiata in bicicletta fra amici. Avevamo due soli regolamenti da rispettare, quello stradale e quello del Covid. Dunque per favore non parlate di scorte o permessi mancanti. Io le organizzo le gare paralimpiche, so cosa vuol dire fare un circuito, avere permessi, ambulanza, sicurezza, giudici di gara. Questa cosa era l’opposto, solo una scampagnata. Ma essendoci di mezzo un campione famoso come Alex ed essendo accaduta questa tragedia, ora partono accuse, magistratura, clamore. E questo ci fa male».
Una iniziativa organizzata tra gli iscritti a Obiettivo3 sparsi per l’Italia.
«In Toscana si è sparsa la la voce che c’era Zanardi e così qualcuno in più si è aggregato. La macchina della municipale? L’ha mandata il sindaco di sua spontanea volontà. Noi non l’avevamo chiesta».
Non c’era bisogno di scorta, né di avvisare nessuno. E se tornasse indietro, conclude, non cambierebbe nulla nell’organizzazione della staffetta.
«E cosa potevamo cambiare se per noi era solo una scampagnata? Il primo a volerlo, questo spirito informale, era Alex. E lui sono sicuro che ci avrebbe detto di proseguire. E così faremo».