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Spadafora: «Un calciatore positivo non è come una commessa positiva»

Il discorso del ministro al Senato: «Nel calcio non c’è distanziamento sociale, al supermercato sì. L’inasprimento del dibattito sul calcio incomprensibile agli occhi degli italiani»

Spadafora: «Un calciatore positivo non è come una commessa positiva»

Intervento al Senato del ministro Vincenzo Spadafora.

«Sarebbe paradossale se non riconoscessi, da ministro dello sport, l’importanza del calcio, che dà al fisco oltre un miliardo di euro. Ho notato un eccessivo inasprimento dibattito politico-mediatico, incomprensibile secondo me agli occhi degli italiani prioritariamente interessati alla salute e al lavoro.

Ieri sono arrivate le osservazioni del Cts (Comitato tecnico scientifico) al protocollo della Figc. Sono numerose, ne evidenzio tre.

  1. Il Cts chiede che in caso di positività di un calciatore, tutta la squadra sia messa in quarantena
  2. Le responsabilità sono dei medici delle singole società
  3. Va fatta attenzione che l’enorme numero di tamponi e test molecolari non vadano a impattare su esigenze generali

L’auspicio è che queste osservazioni saranno prese in considerazione dalla Figc che riadatterà protocollo per consentire ripresa allenamenti dal 18 maggio.

Poi ci sarà la necessità di definire la riapertura del campionato.

Il campionato se riprenderà, come tutti auspichiamo, riprenderà dopo una successione ordinata di azioni, protocolli, attività che avranno consentito di farlo in sicurezza per tutti. Non era possibile in alcun modo decidere di fretta, sarebbe stato irresponsabile farlo sulla base di spinte strumentali. Fino a qualche giorno fa il quadro non consentiva fughe in avanti. Incertezza che peraltro ha caratterizzato tutti i paesi. Chi ha deciso subito, come Francia e Olanda, ha bloccato il calcio. Gli altri, anche la Germania, hanno rinviato le decisioni e poi stabilito la ripartenza. Siamo tutti consapevoli che terminare il campionato nasce da indiscutibili ragioni economiche, dagli introiti tv passa anche la sopravvivenza di club fortemente indebitati.

Il governo ha tenuto una linea precisa e coerente di prudenza, altri hanno cambiato opinione. Legittimamente. Lo hanno fatto  presidenti, opinionisti, giornalisti. Cambio di opinione determinato dal mutare della situazione.

Non capisco il paragone tra un calciatore positivo e un dipendente del supermercato positivo. Perché il calcio si fermerebbe e il supermercato no? Mi sembra semplice. Nel calcio è impossibile mantenere il distanziamento, il calcio è sport di contatto. Da questa nasce la necessità di prevedere l’autoisolamento. Come del resto è accaduto in Germania con la Dinamo Dresda.

Proporrò apertura centri sportivi entro il 25 maggio.

 

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