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Il futuro “contactless” del rugby: senza mischie e placcaggi, pur di tornare in campo

Il Telegraph: allo studio una versione “distanziata” del gioco, simile al Touch Rugby o all’X-Rugby, con campo, giocatori e tempo limitati

Il futuro “contactless” del rugby: senza mischie e placcaggi, pur di tornare in campo

Niente mischie, niente placcaggi. Il rugby inglese prova a riciclarsi in una versione contactless pur di tornare in campo nella prossima stagione.

Secondo il Telegraph un gruppo di lavoro interno alla Rugby Football Union sta lavorando su una serie di modifiche regolamentari per venire incontro alle mutate esigenze sanitarie, concentrandosi sulla riduzione dei contatto in uno sport che è contatto allo stato puro. 

In pratica allo studio c’è una sorta di touch-rugby competitivo, una variante del gioco non traumatica che viene giocata in tutto il mondo soprattutto per allenamento. E anche una versione ridotta e abbreviata della partita, simile all’X-rugby, che si gioca su mezzo campo e con contatti limitati.

In pratica sono da considerare impossibili da conservare le mischie, e anche i placcaggi. “Per il ritorno all’attività non stiamo sicuramente parlando di rugby a contatto completo e diretto”, ha affermato Steve Grainger, direttore dello sviluppo del rugby della RFU. “Ci sono tutta una serie di attività che puoi creare senza avere 16 persone in una mischia”.

Intanto il dibattito sulla ripresa del rugby punta dritto all’anno prossimo. “Qualunque cosa accada, la stagione 2020-21 sarà di transizione”, ha aggiunto Grainger.

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