Su Repubblica Napoli. Puntano a tornare il campo il 18 maggio per evitare contenziosi e avere un’arma in più nella trattativa. De Laurentiis per ora ha congelato pagamento di aprile e farà lo stesso con maggio

Il futuro del calcio è ancora incerto. E intanto ballano ancora gli stipendi dei calciatori. Le società che avevano necessità di sistemare i conti hanno contrattato con i tesserati la riduzione degli stipendi. Ma il Napoli può aspettare, scrive Repubblica Napoli. Non ha questa necessità, visto che naviga in acque poco agitate dal punto di vista economico.
“Per questo De Laurentiis non ha finora nemmeno avviato una trattativa con gli azzurri per il taglio degli stipendi. Il club si è limitato a congelare quello in pagamento a inizio aprile e farà lo stesso col prossimo, intorno al 10 maggio”.
Il regolamento consente il pagamento differito fino a tre mesi, e la maggior parte dei club normalmente si avvale della possibilità, non il Napoli.
“A Castel Volturno invece i ritardi sono una eccezione con pochissimi precedenti e c’è voluta la pandemia per causare l’attuale e inedita situazione di stallo”.
Una empasse a cui, scrive il quotidiano, stanno contribuendo anche i calciatori con le loro strategie.
“Nemmeno Insigne e compagni sono infatti entrati in azione dopo la prima mossa del loro presidente, che ha cautelativamente bloccato i compensi di tutta la squadra. Non c’è stato dunque né un tentativo di avvicinamento e neppure uno scontro, tra le parti. Nella attesa che gli eventi facciano il loro corso. molto dipenderà del resto dal destino del campionato, che continua ad essere in bilico”.
Ieri l’Aic ha dichiarato che l’autorizzazione agli allenamenti individuali è discriminatoria nei confronti degli sport di squadra che non potendo tornare al lavoro “avranno un’arma in meno a disposizione per opporsi al taglio degli stipendi”. Un discorso che vale anche per i calciatori azzurri, che sperano come gli altri di tornare in campo il 18 maggio.