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Fatto: gli specializzandi non si arruolano contro il Covid-19 perché i baroni universitari li minacciano

I professori non vogliono privarsi di manovalanza e impediscono loro di arruolarsi nelle regioni. Il sindacato anestesisti e rianimatori: “Abbiamo ricevuto una trentina di segnalazioni in tutta Italia. E’ criminale”

Fatto: gli specializzandi non si arruolano contro il Covid-19 perché i baroni universitari li minacciano

Sul Fatto Quotidiano la testimonianza di una specializzanda di Anestesia e Rianimazione. Avrebbe voluto offrirsi in supporto della lotta al Covid-19, con un incarico temporaneo, come previsto dal decreto Conte, ma si è vista minacciare. Dal suo professore di riferimento, uno dei tanti baroni universitari.

“Se avessi risposto alla chiamata per rinforzare i reparti di terapia intensiva, mi avrebbe messo i bastoni tra le ruote, fino anche a compromettermi il completamento del ciclo formativo. Non è successo solo a me ma anche a dieci miei colleghi”.

Il presidente del sindacato anestesisti e rianimatori (Aaroi-Emac), Alessandro Vergallo, conferma.

“Ho ricevuto una trentina di segnalazioni. Dal Centro-Sud ma anche dal Veneto: tutti sono impauriti. Impedire l’applicazione del decreto in questa fase di emergenza è criminale”.

Ora la donna è preoccupata, teme ritorsioni.

“Il decreto prevede per gli specializzandi il riconoscimento dell’attività prestata durante lo stato di emergenza, che può valere per i concorsi. Ma non è chiaro come debba essere rilasciato. E anche qui si è insinuata la minaccia. Certo, non me lo ha detto apertamente. Ma me lo ha fatto capire che il coltello dalla parte del manico ce lo ha lui, che può tagliarmi le gambe. E io completo la formazione in novembre, ho ancora molti mesi davanti e pochi strumenti per difendermi, come tanti miei colleghi”.

Gli specializzandi, dunque, sarebbero messi nelle condizioni di non poter aiutare le proprie regioni, mentre i medici vengono reclutati dall’estero e pagati anche fino a 12mila euro al mese, spiega Vergallo.

Perché? Perché gli specializzandi rappresentano manovalanza preziosa per le baronie universitarie, spiega il quotidiano. Ad esempio, aiutano a raccogliere i dati necessari alla stesura di pubblicazioni su riviste scientifiche e per i congressi internazionali. E poi perché nessuna riforma attuata finora è riuscita a scardinare lo strapotere dei baroni. Anzi, l’assunzione di uno specializzando, secondo il decreto Calabria, è subordinata ad una lunga serie di palettti, come quello che impone di reclutarlo solo negli ospedali della rete ospedaliera formativa in convenzione con le università.

Spiega Vergallo:

“Oggi parliamo di medici con borse di studio da 1.700 euro al mese per un totale di specializzandi in anestesia e rianimazione di circa 3.400 persone. Ma sono camici grigi: esistono e non esistono. Ed è chiaro che se uno non è contrattualizzato è alla mercé del direttore della scuola di specializzazione”.

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