Alla Gazzetta: «Diego mi è sempre piaciuto. Si sentiva privilegiato perché era nato nella povertà, era molto generoso come se dovesse ripagare il conto con il destino. Mertens si diverte a giocare, come Maradona»
La Gazzetta dello Sport intervista Edoardo Bennato. Il cantautore napoletano ha appena composto una canzone, con il fratello Eugenio, i cui proventi andranno all’Ospedale dei Colli di Napoli. Si intitola “La realtà non può essere questa”.
Si lascia andare ai ricordi e ne tira fuori uno su Maradona, legato ai tempi di “Notti magiche”, cantata in duetto con Gianna Nannini per i Mondiali ’90.
«Durante le prove di Un’estate italiana, prima della partita inaugurale Argentina-Camerun a San Siro, Maradona mi venne incontro perché voleva conoscere Gianna, fu molto divertente».
Bennato racconta che Diego gli è sempre piaciuto e che si frequentavano spesso.
«Sì. Mi è sempre piaciuto perché è semplice e istintivo, quasi animalesco. Se vedeva per terra il tappo di una bottiglia gli dava un calcio come un ragazzino perché si divertiva. Si sentiva privilegiato perché era nato nella povertà, era molto generoso come se dovesse ripagare il conto con il destino. Una volta eravamo in un ristorante romano con Gianni Minà, finito il pasto Diego andò in cucina ed elargì mance pazzesche a cuochi e lavapiatti! Certo, aveva i suoi difetti, ma ha mantenuto uno sguardo verso i più deboli e, se ci pensate bene, viveva imprigionato come noi adesso: come poteva uscire tranquillo per le strade, Diego, a Napoli?».
Parla anche di Gattuso,che ha rinunciato ad uno stipendio in favore dei dipendenti del Napoli in cassa integrazione.
«È un istintivo come Maradona, simpatico a tutti. Ma un allenatore non può fare miracoli. Girano troppi soldi nel calcio, i manager spingono i loro giocatori a cambiare maglia così tutti ci guadagnano di più, ma così si distrugge tutto. Io ho cominciato ad andare allo stadio a 7 anni, sono legato alle bandiere: Guarneri all’Inter, i fratelli Baresi, Francesco Totti».
Oggi, confessa, frequenta Mertens.
«Belle cene all’aperto con Mertens, un altro che si diverte a giocare. Quando a febbraio vengono i suoi amici dal Belgio non ci possono credere: per loro è estate piena»