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Il derby di Milano visto dagli ex presidenti, Moratti e Berlusconi

Sul Corriere della Sera i loro ricordi. Per Moratti il più bello fu quello del 1960, perché Herrera si inventò Bicicli ala tornante. Per Berlusconi la doppia finale Champions del 2003

Il derby di Milano visto dagli ex presidenti, Moratti e Berlusconi

Sul Corriere della Sera il derby milanese di stasera è raccontato attraverso i ricordi dei due ex presidenti, Moratti e Berlusconi.

Il primo derby, per Moratti, è indimenticabile.

«Eravamo sfavoriti. E di parecchio. Entrando allo stadio incontrai Berlusconi e Galliani. Dissi, scherzando ma non troppo, di andarci piano. Ridevano sereni. Bianchi impostò il suo discorso sulla differenza tra le due squadre. Voi, disse ai nostri, siete quelli seri, perbene, umili. Tra voi e loro c’è di mezzo l’oceano. Insomma il derby di Milano non possono mica vincerlo quelli lì».

Finì con la vittoria dell’Inter per 3-1, con gol di Seno, Jonk e Berti.

Per Berlusconi il più bello fu quello della doppia semifinale di Champions del 2003.

«Eliminammo l’Inter a Milano e poi superammo la Juve nella finale a Manchester»

Massimo racconta che ad impressionarlo, da bambino, era Nordahl.

«Mi faceva paura. Era tipo Barbablù. Arrivavo in tribuna, vedevo quella figura enorme in mezzo al campo e mi prendevano i brividi. Ero terrorizzato».

Silvio indica il fuoriclasse del Milan per eccellenza.

«Se proprio devo indicarne uno, scelgo Van Basten, simbolo della bellezza del calcio».

Per l’ex presidente interista il derby più bello fu quello del 1960,

«Uno a zero. Perché Herrera si inventò questa mossa vincente che a qualcuno parve l’ennesima follia di HH: l’ala tornante Bicicli in marcatura su Sani, alla fine talmente asfissiato da alzare di peso Bicicli e lanciarlo in aria».

Berlusconi nega di aver festeggiato il 6-0 del 2001.

«No, si giocò di venerdì, alla vigilia delle elezioni politiche. Ero a Roma impegnato nella manifestazione di chiusura della campagna elettorale. Fu una bella prestazione del Milan, fui naturalmente contento della vittoria, ma me ne lamentai con l’allenatore per il risultato eccessivo. Perché nel calcio, una volta messo al sicuro il risultato con ampio margine e avendo in mano la partita, è inutile e ingiusto infierire».

 

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