Gazzetta: niente ansia e ritiro libero. Il metodo Pioli per il derby di Milano

Nessun cambiamento al solito programma della squadra. Il tecnico ritiene che la tensione possa essere deleteria per un gruppo giovane. L'importante è che siano tutti puntuali sul campo per la rifinitura

pioli in conferenza stampa

Sarà un derby milanese insolito, quello di domenica. Almeno per un elemento: il Milan non andrà in ritiro. O meglio, ci andrà chi avrà voglia di farlo. Perché l’allenatore rossonero, Stefano Pioli, lascia la decisione ai suoi giocatori. Piena libertà. Lo scrive la Gazzetta dello Sport, raccontando il metodo di lavoro del tecnico e le differenze con Antonio Conte, l’altra metà dell’universo milanese, almeno nel calcio.

Insomma, sarà un derby che, per la prima volta, non prevede un ritiro obbligatorio per il Milan.

“La notte prima del derby il ritiro a Milanello sarà soltanto un optional: chi vorrà sistemarsi in una delle stanza del centro sportivo sarà liberissimo di farlo, magari per evitare la fatica di rientrare a casa dopo l’allenamento e la cena di gruppo e ripresentarsi al campo il giorno dopo di prima mattina. Dopo l’allenamento di sabato pomeriggio i giocatori saranno liberi di fare ciò che preferiscono, l’importante è che alle 10 e 45 di domenica siano negli spogliatoio di Milanello pronti per la rifinitura prepartita”.

Pioli è diverso da Conte. Per il tecnico leccese la tensione muove il mondo. Per Pioli, invece, può essere controproducente.

“L’ansia non è d’aiuto a una squadra giovane, appena presa per mano da Ibrahimovic”.

Il tecnico rossonero è uno dal profilo basso, almeno in pubblico.

“Salvo clamorosi imprevisti, come il 5-0 di Bergamo, Pioli si propone ai giocatori come allenatore psicologo, sempre disposto all’ascolto. Si comporta come il fratello maggiore della squadra e come un manager-aziendalista nei confronti del club: mentre Conte invocava rinforzi ai microfoni, Pioli rimandava la questione alla società”.

Cos, l’organizzazione della settimana sarà quella solita, per il Milan.

“La settimana prevede 3 pranzi obbligatori e la cena di squadra di sabato. Stando sempre attenti a non esasperare la situazione: una modalità che l’allenatore conosce benissimo e cerca di rispettare in ogni occasione”.

Il tecnico è diverso dagli altri, e soprattutto dai suoi predecessori anche per un altro aspetto. Vive a Milano, e non a Gallarate, come Gattuso e Giampaolo quando erano in rossonero. Perché a Pioli piace viverla, la città. Lavora al centro sportivo dal mattino fino alle sei e mezzo del pomeriggio, poi via, verso la scoperta di Milano e la tranquillità.

 

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