Le dieci cose da ricordare di Inter-Napoli 0-1. Un po’ cateringhio, un po’ ringhionaccio. Poi va in tv e non sorride, dice che non ce n’è motivo
Uno. Il modulo di Gattuso. Pochi minuti di partita rendono palese il passaggio dal 4-3-3 al 4-6-0. Il cateringhio. Il ringhionaccio. D’altra parte Nereo Rocco ha giocato nel Napoli e allenato il Milan. Gattuso fa il Nereo allo specchio.
Due. Il tenero Demme. Una partita con due soli falli. Dopo 4 cartellini gialli in 6 presenze, per la prima volta dopo quasi un mese chiude senza farsi ammonire. Deve aver fatto un contratto che prevede il bonus.
Tre. Il gol di Fabián Ruiz. Prima della parola di sinistro che infila il pallone a taglio del palo, si libera dello schermo dei difensori con un mezzo taglio d’interno piede che si candida a colpo geniale dell’anno. La tecnica al servizio della concretezza. Giocatore fantastico. Speriamo che diventi chiaro entro l’estate.
Quattro. La bottiglietta di acqua minerale di Conte. Ne ricordavamo una vuota azzannata a suo tempo da Mazzarri in panchina per sfogare frustrazione. Conte invece si accanisce contro una piena dopo aver protestato contro l’arbitro. Chiaramente una strategia dell’area marketing.
Cinque. La veronica di Lautaro. Scappa a Di Lorenzo e Demme roteando sul pallone e sbucando dall’altra parte. Un colpo che era la specialità di Zidane. Zizou la faceva a centrocampo a due all’ora, con la rapidità di un elefante ma portando in tutù. Lautaro la piazza accelerando come Carlos Reutemann sul rettilineo di Silverstone.
Sei. Il giallo a Rui. Fa tenerezza quando si aggrappa alla maglietta di Lukaku a centrocampo per fermare un contropiede. Lo afferra ma ottiene l’effetto sci nautico. Lukaku corre e se lo tira dietro finché per pietà l’arbitro fischia.
Sette. Gli spot del film di Verdone. Accompagnano la partita con la stessa frequenza dei tocchi di Jorginho di una volta. Con quello che saranno costati al presidente, potevamo comprarci James Rodriguez. Ve lo ricordate James Rodriguez?
Otto. La protesta di D’Ambrosio. Cade in area e chiede il calcio di rigore, svelando al mondo che Elmas possiede nella sua mano un dissuasore elettrocutaneo per l’autodifesa. Gli appoggia tre dita dietro la schiena e lo fa cadere fulminato con una scossa. Molto utile in caso di aggressione in strada, anche da parte di cani randagi, oppure nei film della Marvel.
Nove. Le due parate consecutive di Ospina. Nell’assalto finale fa il Meret. Nel senso che lascia perdere il possesso basso con i piedi e sui piedi altrui si lancia con mani e braccia per afferrare il pallone. Chiude con 4 parate e 51 tocchi di palla, il che significa 18 più di Mertens.
Dieci. La cupezza di Gattuso. Va a fare l’intervista con la Rai senza sorridere e dice che non ce n’è motivo. Si candida per prendere in prestito da Ancelotti il titolo della sua autobiografia. Volevo la Coppa.