Napoli in crisi, gli operai della Whirlpool corrono a spronare i giocatori miliardari
I lavoratori che stanno perdendo il posto, saranno allo stadio stasera con lo striscione "Napoli non molla". Il tempo del calcio che risolveva i problemi della città è finito

“Napoli non molla”. La città che vive al contrario si manifesterà stasera al San Paolo, quando gli operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli esporranno lo striscione che capovolge la logica: i lavoratori che stanno perdendo il posto in fabbrica che cercano di spronare i calciatori miliardari che non vollero andare in ritiro.
Populisticamente l’adagio è sempre lo stesso: c’è crisi. Basta declinarlo in funzione del contesto. La crisi del Napoli squadra stavolta va in parallelo con la crisi di Napoli città. E tutti insieme, fragorosamente, si sentono sullo stesso piano. Il gioco come il lavoro. Il lavoro in gioco, soprattutto.
I lavoratori del sito di via Argine a rischio chiusura, che stasera hanno annunciato la loro presenza sugli spalti per la sfida di Coppa Italia contro la Lazio, ammettono che l’identificazione con la squadra abbattuta è perfetto per sincronia e tempismo: “Come dopo 8 mesi stiamo ancora qua, alla stessa maniera diciamo alla squadra di non mollare”.
Il luogo comune vuole che a Napoli il calcio sia sempre servito a “non pensare”, a “scordarsi dei problemi e a mettersi a cantare” come scriveva Nino D’Angelo. E infatti gli operai sostengono che “il calcio Napoli è passione ma è anche un grande luogo di rifugio dove le persone lasciano fuori le tante difficoltà della vita. Per questo, in uno scambievole gesto di solidarietà diciamo che, come noi, Napoli non molla”.
Augurandosi che quelli in campo non abbiano già mollato da un pezzo.