Sconcerti: ci è andata benissimo. La Turchia avversario più temibile ma il girone non sarà il problema dell’Italia all’Europeo

Sul CorSera scrive che in un girone di tre partite non c’è il tempo di far pesare davvero la propria differenza. Contano molto più gli episodi. Ma essere forti, come l'Italia, aiuta

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“Mancini è sempre stato un uomo fortunato. I suoi primi veri sorteggi hanno solo tenuto la sua strada”.

E’ il commento di Mario Sconcerti ai sorteggi per l’Europeo, sul Corriere della Sera. Ci è andata benissimo, scrive,

“per quel che vale un calendario 7 mesi prima delle gare. E per quello che vale in assoluto, perché le squadre che passano saranno 2 per girone più le 4 migliori terze. In sostanza ben 16 su 24. Anche il girone più difficile, quello con Germania, Francia e Portogallo, può non eliminare nessuno, sarà anzi probabilmente così”.

La Svizzera, che pure nel girone di qualificazione ha fatto pochi punti, 17, ha vinto lo stesso.

“C’era una povertà diffusa. Sappiamo che le qualificazioni a un Europeo portano in campo piccolissimi Paesi e tanti giocatori fuori dai campionati dominanti. Non conta chi passa il turno, ma come lo passa”.

La Turchia, ad esempio, nel girone della Francia è arrivata seconda con 23 punti, che è già un segno “maggior prepotenza”.

“In un girone di tre partite non c’è mai il tempo di far pesare davvero la propria differenza. Contano molto più gli episodi”.

L’Italia, comunque, è forte e Sconcerti non ritiene che il girone sia un problema.

“La qualità media della Svizzera è poca, la parte migliore è nella difesa, soprattutto i due centrali, Elvedi e Akanji, campionato tedesco, valore di mercato alto, 40 milioni ciascuno. Il capitano è il vecchio Lichtsteiner. Nella Turchia molti «italiani», soprattutto Calhanoglu e Demiral, ma anche Under e Cetin”.

L’avversario più difficile sarà la Turchia che “nel calcio ha anima e popolo”.

“Il resto è molto meno prevedibile di un Mondiale. Si gioca tutti un po’ in casa, nelle nostre condizioni ambientali, né caldo né freddo, ai nostri orari, sui nostri campi, in poco tempo e molte ambizioni. Mi piace anche la novità del torneo itinerante. È la prima idea di un grande paese in comune. Rimanere noi, ma essere tutto. Il calcio sa farlo”.

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