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Riquelme batte Maradona alle elezioni per il presidente del Boca

Hanno votato 40mila tifosi (affluenza altissima). Riquelme è un idolo alla Bombonera e nemmeno Diego è riuscito a fermare il suo candidato. I due non si sopportano

Riquelme batte Maradona alle elezioni per il presidente del Boca

Jorge Amor Ameal sarà il nuovo presidente di Boca. E Riquelme ha battuto Maradona. A scrutini ancora aperti, il distacco di voti è così forte che il candidato (in un primo momento favorito) Christian Gribaudo si è già congratulato con l’avversario.

Ma i numeri sono solo l’ammennicolo di una elezione che in Argentina vale quanto quella per il governo nazionale. Dei circa 80.000 tifosi che di fatto posseggono il club, si sono presentati alle urne posizionate all’interno della Bombonera in 38.363. Un’affluenza record che ha che fare con una sfida dentro la sfida. Ameal-Gribaudo si è trasformato presto in un match politico tra leggende, Maradona contro Riquelme. E il risultato finale ribalta la rivalità sportiva. Per i tifosi del Boca Riquelme è meglio ‘e Maradona.

Christian Gribaudo, membro del partito di centrodestra Cambiemos del presidente argentino uscente Mauricio Macri (a sua volta al comando del Boca tra il 1996 e il 2007), era dato per favorito da tutti. In linea con la successione del presidente uscente Daniel Angelici, anche lui sostenuto dai membri del consiglio di amministrazione legati a Cambiemos. Poi, ad un certo punto, è sceso in campo Juan Román Riquelme, al fianco di Jorge Amor Ameal.

Riquelme sta al Boca come Maradona al Napoli. Ci ha giocato tra il 1996 e il 2002 e tra il 2007 e il 2014, e tra le altre cose ha vinto quattro campionati e tre Copa Libertadores. È amato in maniera viscerale. Tanto che l’attuale amministrazione della società, subodorando il cambio di passo dei trend elettorali, ha immediatamente messo in atto una sorta di boicottaggio, vietando ai tifosi di entrare allo stadio indossando magliette o maschere del volto di Riquelme  e censurando le sue foto con la maglia del Boca dalle schede elettorali.

Per rafforzare la candidatura di Gribaudo, a quel punto, si è attivato Diego Armando Maradona. Maradona sta al Boca quasi come… Riquelme sta al Boca. Quasi, appunto. Ci ha giocato di meno, tra il 1981 e il 1982, e poi di ritorno dall’Europa, tra il 1995 e il 1997 e ha vinto molto meno dell’avversario. I due non si sopportano. Riquelme nel 2010 rifiutò addirittura la convocazione nella selezione argentina allenata da Maradona. E nelle ultime settimane il Pibe ha sparato ad alzo zero contro la candidatura del rivale. Per dirne una: ha paragonato l’eventuale (a questo punto certo) ingresso di Riquelme nella dirigenza del club al ritorno di Daniel Passarella al River Plate. Per gli argentini è un richiamo al fallimento. Passarella, ex amatissimo campione e simbolo del River, era diventato presidente nel 2009 e aveva terminato la sua avventura manageriale con le dimissioni nel 2013, dopo aver condotto il “suo” River alla prima retrocessione della storia.

Riquelme, da grande elettore – e da prossimo vice-presidente – ha sbaragliato tutti. E’ bastato il suo appoggio ad Ameal per condurlo ad una vittoria ritenuta improbabile alla vigilia. E ha posto fine ad una gestione di più di due decadi, tanto influente da riuscire a portare Macri alla Presidenza dell’Argentina.

Il Boca, club fondato a Buones Aires nel 1905 da immigranti italiani, negli ultimi anni non ha vinto granché: la sua ultima Copa Libertadores è del 2007, proprio con Riquelme.

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