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Gattuso può fare bene a Napoli, è vittima della sindrome Jessica Rabbit (ma non per colpa sua)

È bravo e a Milano lo ha dimostrato. Eppure viene disegnato sempre come il rozzo o il sergente di ferro. Una narrazione stereotipata che prima o poi dovrà fermare

Gattuso può fare bene a Napoli, è vittima della sindrome Jessica Rabbit (ma non per colpa sua)

È il giorno di Rino Gattuso. Come già scritto qui, l’allenatore non può essere considerato responsabile di quel che è avvenuto tra De Laurentiis e Ancelotti. Va giudicato per il suo lavoro. E a Napoli può fare molto bene.

Gattuso è un po’ Jessica Rabbit («Io non sono cattiva, è che mi disegnano così»). È vittima della solita narrazione stereotipata che, come sappiamo, tanto piace ai media. Viene continuamente descritto come se fosse un pugile, un Vito Antuofermo (indimenticabile peso medio che fece pari con Marvin Hagler). Come se fosse un rozzo che va avanti esclusivamente grazie alla forza di volontà e alla fame atavica. Non ci sarebbe nulla di male, ma non è affatto solo questo. Anche perché ormai, e da tempo, Gattuso i problemi economici li ha ampiamente risolti. Viene continuamente utilizzato per riempire quelle pagine di finto apprezzamento per il Meridione e la perenne voglia di riscatto. Parafrasando Massimo Troisi, verrebbe da dire: “Ma non si può riscattare Rovigo?”.

Francamente ridicola anche la narrazione di questi giorni. “Un minuto per bere”, il sergente di ferro, Gattuso come Genny Savastano e persino Che Guevara. Ma siamo certi, o comunque fiduciosi, che il nuovo allenatore saprà distinguersi. Saprà far comprendere che lui è un allenatore di calcio – come ricordato ieri da Alfonso Fasano – e anche un buon allenatore, forse anche ottimo. Insomma è bravo e lo ha dimostrato. E lo diventerà sempre più. Ovviamente non è Ancelotti. Ma questo non vuol dire niente.

Gattuso ha fato molto bene al Milan. In un Milan non diciamo disastrato ma comunque senza un minimo di serenità societaria. Ha dovuto gestire casi controversi come quelli di Bonucci e Higuain. E ha tenuto la barra dritta. In condizioni molto complicate, è arrivato a un punto dalla Champions. Basta guardare dov’è il Milan oggi. E ha provato quasi  sempre, soprattutto il primo anno, a giocare a calcio. Un calcio che a chi scrive non fa impazzire. Ma è un calcio lontano anni luce dalla narrazione che perseguita il povero Rino. Probabilmente lui ci gioca anche con questi cliché, un po’ gli hanno fatto e gli fanno comodo. Ma verrà il giorno in cui dovrà decidere se sbarazzarsene in malo modo oppure no, e noi crediamo che prima o poi succederà. È troppo intelligente per non farlo.

Gattuso ha tutto per fare bene a Napoli e secondo noi ci riuscirà. La squadra è forte, molto forte. De Laurentiis ha deciso di rimuovere gli ostacoli di questi mesi e lui potrà lavorare con più tranquillità. Gattuso ha la sua esperienza, non solo come allenatore. Sa che l’entusiasmo di questi tre giorni non sarà perenne, ma a Milano le sollecitazioni e le pressioni non erano certo inferiori. Al di là di un effetto iniziale, bisognerà comunque giudicarlo sul medio periodo. È lì che si capirà se avrà avuto la capacità di incidere.

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