Galliani: «Ancelotti è un amore, nessuno sa uscire dalle crisi come lui»

Intervista al Corriere dello Sport: «Soltanto uno come Ancelotti poteva ripartire dopo l'incubo di Istanbul. Tra un anno e mezzo lo chiamerò al Monza, in Serie A»

Galliani Ancelotti

Intervista del Corriere dello Sport ad Adriano Galliani storico primo dirigente del Milan berlusconiano e oggi al fianco del Cavaliere nell’avventura al Monza che sta dominando il campionato di Serie C. «Tra un anno e mezzo saremo in A e chiamerò Ancelotti» dice a Ivan Zazzaroni.

Parla Tanto di Ancelotti nell’intervista. Lo cita quando ricorda il momento più brutto dell’epopea rossonera, ossia la finale di Champions a Istanbul, persa con il Liverpool.

Quella confitta avrebbe potuto ucciderci. Soltanto uno come Ancelotti poteva ripartire dopo un incubo del genere. Grandi capacità di sdrammatizzazione, un rasserenatore impareggiabile. Avevamo stradominato il Liverpool.

E quando Zazzaroni gli ricorda che Ancelotti a Napoli non se la passa bene (del resto due pagine dopo il Corriere dello Sport dà notizia della ricerca del nuovo allenatore azzurro da parte di De Laurentiis), Galliani risponde così:

Le ho appena spiegato che se c’è un tecnico capace di uscire vincitore dalle situazioni più complicate, questi è Ancelotti. Di lui ci si può fidare ciecamente, possiede tutti gli strumenti, dal dialogo al polso fermo.

Definisce Ancelotti l’amore, come Sacchi.

Se ne possono avere più di uno o due, me lo lasci dire. Cinque anni da calciatore e otto da allenatore, quattro coppe dei campioni, due e due. Pensi che con Carlo avremmo potuto vincerne cinque di fila, non dimentico la partita di Barcellona, Eto’o costretto a fare il terzino per fermare Cafu. Il godimento massimo, però, l’anno della finale con la Juve. L’Inter in doppia semifinale, la Juve in finale. Cosa può sognare di più bello un milanista?

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