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Ettore Messina in Italia dopo cinque anni in Nba: «Ho trovato un Paese arrabbiato, senza etica»

Il coach e presidente dell’Armani Milano a La Stampa: «il basket italiano è in calo? La Lega stabilì che i settori giovanili erano superflui, questi sono i risultati»

La Stampa intervista Ettore Messina “da quest’anno coach e presidente dell’Armani Milano dopo cinque stagioni nello staff tecnico dei San Antonio Spurs nella Nba”.

Messina, come ha ritrovato l’Italia dopo averla vissuta per anni dagli Stati Uniti?
«Non voglio fare sociologia di basso livello, ma vedo gente arrabbiata, in difficoltà economica, non rappresentata dalla classe politica, in attesa di soluzioni che tardano ogni volta. Purtroppo la nostra etica è andata a farsi benedire e per ogni “sì” c’è sempre un “ma”».

L’Italia è scesa al 13° posto del ranking mondiale di basket: siamo davvero caduti così in basso?
«Il campo non mente mai. Purtroppo è quella la classifica che ci siamo costruiti negli ultimi anni e che meritiamo».

Quindici anni fa finimmo secondi alle Olimpiadi di Atene: come è stato possibile un crollo simile?
«Le cause sono tante. Ne dico soltanto una, emblematica: anni fa la Lega italiana stabilì che le squadre di vertice potevano
anche non avere un settore giovanile. Questo è il risultato».

Il problema dunque è la carenza di vivai?
«Anche. I ragazzi di oggi sono molto meno sicuri anche nella vita di tutti i giorni rispetto a 40-50 anni fa e hanno un sacco
di dubbi, alimentati da una società che non li aiuta. In Italia poi lo sport nelle scuole è un disastro. Partire da lì sarebbe già un passo importante».

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