D’Esposito (Il Fatto): Il Napoli avrebbe dovuto prevedere la crisi, non ha ascoltato Ancelotti

«Il club ha due soluzioni estreme: o l’epurazione dei senatori o l’esonero di Ancelotti. Il Napoli con questa crisi ha dimostrato di non essere una grande società»

il Napoli non ha ascoltato Ancelotti

Una lettrice scrive al Fatto Quotidiano e si interroga sulla bontà della decisione di Carlo Ancelotti di mandare tutti in ritiro.

“non rischia di inimicarsi ulteriormente i suoi giocatori? E di chi è la colpa dell’attuale divisione tra l’allenatore e lo spogliatoio? È vero che i calciatori si stanno comportando in modo irresponsabile, tuttavia il tecnico non sta facendo nulla per riportare l’armonia e il giusto spirito di collaborazione”.

Le risponde il nostro Fabrizio d’Esposito. Ricorda che l’ammutinamento del 5 novembre, conseguenza di un altro ritiro, quella volta imposto dal presidente, era stato capeggiato

“dai “senatori” dell’era estetica del sarrismo (Insigne, Callejon, Mertens, Allan, finanche Ghoulam)”.

E’ questo il nodo, scrive d’Esposito.

“Questo è il filo rosso che porta alla decisione di ieri dell’allenatore, all’indomani dell’indegna sconfitta al San Paolo con il Bologna e in cui i giocatori non hanno fatto il massimo, per stessa ammissione di Ancelotti”.

Ancelotti ha tentato per giorni d applicare il buon senso e mettere pace tra la società e la squadra. Nonostante in estate, in tempo di mercato, il tecnico avesse chiesto a De Laurentiis di intervenire, invano. Non si trattava, però, di acquistare qualcuno, ma di cedere. E ora il tecnico è costretto ad intervenire.

“A questo punto la sua decisione di mandare tutti in ritiro punta a far emergere il ribellismo dei “senatori”, due dei quali, Callejon e Mertens, in scadenza di contratto. Poi ogni decisione sarà presa, credo, dopo la partita con il Genk del 10 dicembre che dovrebbe valere la qualificazione agli ottavi di Champions. O l’epurazione dei senatori, con la campagna di gennaio, oppure l’esonero di Ancelotti, queste le due soluzioni più estreme”.

Conclude d’Esposito:

“Il fatto è che, come accade spesso alla fine di un ciclo, De Laurentiis avrebbe dovuto garantire questo ricambio già due anni fa. Insomma, sarebbe bastata una valutazione preventiva alla fine del sarrismo. Le grandi società lo fanno sempre. Evidentemente il Napoli, con questa crisi, ha dimostrato di non esserlo”.

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