Damascelli: Sarri? Buon allenatore ma non grande allenatore
Su Il Giornale definisce le dichiarazioni del tecnico bianconero "da strapaese", critica la sua immagine estetica e le sue scelte tecniche e attribuisce a lui le due sconfitte con la Lazio

Maurizio Sarri?
“Buon allenatore ma non grande allenatore”.
Lo scrive Tony Damascelli su Il Giornale e aggiunge:
“Sarri Maurizio non ha ancora capito la Juventus la stessa Juventus fatica a capirne mentalità e abitudini. Tralascio l’aspetto estetico che smentisce la bellezza fresca e fascinosa dello stesso uomo in età giovanile. Non può essere certamente una colpa ma nel caso specifico è un aggravante, con quel mozzicone fra i denti e la barba incolta è postura non da professionista di un club come quello torinese, e aggiungo poi quella frase improbabile: «Io con la Lazio ho sempre vinto….». Da strapaese”.
Damascelli elenca gli errori del tecnico bianconero. La difesa alta, ad esempio, che è ingiustificata in assenza di “centrocampisti carogna”. I continui cambi di direzione nella scelta di alcuni uomini. Ha
“bruciato, professionalmente e psicologicamente Emre Can, non ha mai pensato a recuperare Mandzukic”
ha messo da parte De Ligt insistendo su uno Bernardeschi poi scomparso dai radar e tanto altro, dice Damascelli
“ma è inutile infierire su chi non accetta le critiche e gli scritti, con la solita ignorante e fragile scusa di non leggere i giornali e di credere soltanto alle parole dei suoi colleghi, Sacchi Arrigo innanzitutto”.
Sarri è in testa alla classifica perché ha una rosa che glielo consente. Lo stesso Zoff, ricorda Damascelli, ha scritto che se con una rosa così non riesci a vincere il campionato c’è da riflettere.
“È un avviso di garanzia all’allenatore in carica, perché l’organico è in euforia ma va sfruttato con intelligenza e non con gli umori «mi sono divertito a vederli in allenamento» roba che va bene a Empoli o a Napoli ma non a Torino”.
Le sconfitte contro la Lazio così ravvicinate, confermano che
“il problema non riguarda il tridente ma chi prepara la partita, possibilmente senza divertirsi. Le responsabilità vanno distribuite anche tra calciatori e società, sulla campagna acquisti non precisa negli investimenti tecnici, nei rischi, evitati all’ultimo minuto, di perdere Dybala e Higuain, nel silenzio della proprietà anche dopo quest’ultima sconfitta”.
Non è finita, ovviamente, per il club e la squadra,
“ma l’attuale cartella clinica della Juventus che, per essere e restare tale, ha voluto un fuoriclasse come Cristiano Ronaldo la cui immagine desolata, durante la premiazione di Riad, riassume un momento sul quale qualcuno dovrà riflettere”