La Questura tiene d’occhio il fenomeno, sta valutando se sia il caso di far controllare i calciatori da agenti in borghese
La psicosi e le fake news a Napoli dilagano senza sosta. Nonostante gli inquirenti abbiano scartato che alla base degli episodi di criminalità che hanno colpito Allan e Zielinski ci fosse una ritorsione da parte di tifosi arrabbiati all’ammutinamento di martedì scorso. Oggi sappiamo che la moglie di Allan è tornata a casa, che quella di Zielinski non è scappata in Polonia ma ha accompagnato il marito come fa sempre quando parte per la Nazionale. Sappiamo pure che la moglie di Insigne non ha paura né di Napoli né dei napoletani, che neppure lei è scappata, ma che è andata a trovare la famiglia come fa sempre.
Tuttosport scrive che nonostante tutto questo la psicosi continua ad allargarsi. Tanto che ieri il suocero di Insigne è stato costretto a inviare dei messaggi privati ad alcuni amici
“per smentire le indiscrezioni che avrebbero riferito della volontà di sua figlia Jenny, di lasciare momentaneamente l’abitazione di Posillipo e di tornare dai genitori a Frattamaggiore, in attesa che Lorenzo rientri dalla Nazionale”.
In città tutti temono che i calciatori del Napoli possano essere vittime di aggressioni. Una psicosi in piena regola, appunto. Che è monitorata anche dalla Questura.
Scrive Tuttosport:
“la Questura di Napoli sta monitorando con grande discrezione il fenomeno, per capire se sia il caso di
fare proteggere gli atleti da agenti in borghese. Anche se proprio in questi giorni di confusione, gli azzurri preferiscono starsene chiusi a casa”.
