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Montolivo, un triste addio: “Mi hanno condannato a smettere”

«Se avessi fatto la guerra avrei probabilmente ottenuto qualcosa, ma non mi sarei potuto più guardare allo specchio… Ho vissuto un’esperienza surreale»

Montolivo, un triste addio: “Mi hanno condannato a smettere”

“Mi hanno condannato a smettere”. Riccardo Montolivo dà l’addio al calcio ufficiale con un’intervista a Corriere dello Sport e Corriere della Sera. Un addio triste, posticipato di un anno rispetto all’ultima partita giocata, a maggio 2018. Dopo essere letteralmente scomparso dal campo, messo in un cantuccio dal Milan “senza una ragione”.

“Non ho mai fatto casino. Se avessi fatto la guerra avrei probabilmente ottenuto qualcosa, ma non mi sarei potuto più guardare allo specchio… Ho vissuto un’esperienza surreale. Prima della partenza per la tournée negli Stati Uniti mi arriva un sms dal team manager: ‘Tu non vieni’. Motivazioni e spiegazioni, zero. Elliott subentra al cinese, Leonardo e Maldini prendono il posto di Mirabelli. Mi fanno allenare da solo o con Halilovic. Partecipo solo al torello. Nelle partitelle giocavo solo con le riserve e mai nel mio ruolo. Eppure i test di Milan Lab avevano confermato che stavo benissimo. Cosa è successo con Gattuso? Per me nulla, ma non sono riuscito a spiegarmi questa situazione e non ho mai avuto risposte”.

Montolivo racconta un episodio che spiega il crollo nelle gerarchie rossonere:

“Contro la Fiorentina: fuori Biglia e io in panchina, José Mauri fece il centrale e Calabria, un terzino, partì mezzala. A un certo punto José Mauri chiese il cambio e l’allenatore spostò Calabria centrale e Calhanoglu fece la mezzala. Dopo quell’episodio provai a chiedere spiegazioni a Leonardo, la sua risposta fu questa: ‘È stata una decisione dell’allenatore’. Il quale aveva detto che non avevo minutaggio. Ma come avrei potuto avere minutaggio se non mi metteva mai dentro? Non avrei mai immaginato di poter vivere un’esperienza del genere. Ero pronto ad andarmene. Mi hanno condannato a smettere. E non ho nemmeno avuto la possibilità di salutare i tifosi”.

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