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Il Financial Times: la bolla diritti tv sta scoppiando, l’Uefa lavora alla Champions in streaming

Sky e simili hanno raggiunto il livello di saturazione della domanda. Col mercato in contrazione, si lavora allo streaming ufficiale come avviene negli USA per il baseball

Il Financial Times: la bolla diritti tv sta scoppiando, l’Uefa lavora alla Champions in streaming

La bolla dei diritti tv dello sport sta scoppiando. Non solo in Italia, ormai anche all’Uefa tocca fare i conti con l’inversione di tendenza e prepararsi al futuro. E nel futuro c’è il mettersi in proprio, online. Esattamente come la Serie A sta – con tutte le turbolenze annesse – per discutere la proposta di Mediapro di creare un canale della Lega che bypassi (almeno al primo step di mercato) i grandi broadcasters tv, così la Champions League potrebbe scavalcare l’attuale assetto degli operatori locali e finire in streaming su un unico canale ufficiale.

Ne scrive il Financial Times, sulla base di una tendenza ormai acclarata: il mercato dei diritti – che ora vale per l’Europa circa 3,25 miliardi di euro – è in contrazione. Sky e simili hanno raggiunto il livello di saturazione della domanda, e si trovano a dover gestire una platea di consumatori già stressata dagli innumerevoli abbonamenti tra cui devono barcamenarsi.

D’altra parte i giganti dell’internet si sono già buttati nell’oceano dello sport in tv: Amazon lo ha fatto con il football americano. Ma in ogni caso non sembrano disposti a investire cifre più alte degli operatori tradizionali. Da qui l’idea dell’Uefa di fare da sé, sulla scia di quanto già fatto dalla Major League di baseball negli USA.

L’idea è quella di migliorare il sito della tv online Uefa e “rubare” i milioni di tifosi che seguono la più grande competizione sportiva d’Europa sui broadcasters locali. Per ora il progetto prevede una prima fase di sperimentazione in mercati extraeuropei. Poi…

“Per ora – dice al Financial Times il segretario generale dell’Uefa Theodore Theodoridis – abbiamo trattative con molti broadcasters con i quali continuare a lavorare, ma vogliamo essere pronti. Si tratta di avere già alternative a disposizione, se servirà”.

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