Barillà: la Federcalcio che tace sulle parole di Cellino è complice della deriva del razzismo negli stadi
Su La Stampa scrive che le frasi del presidente del Brescia contribuiscono a una deriva che trova terreno fertile nel calcio. E' incomprensibile chi tace o riduce tutto a una gaffe

Quella di Cellino su Balotelli è stata “una pessima uscita”, scrive Antonio Barillà su La Stampa.
“Non importa se intrisa di razzismo o distorta da malriuscita ironia. Qualunque genesi abbiano, le parole del presidente Massimo Cellino sono gravissime, deleterie per un calcio che si dichiara non più disposto a tollerare ignoranza e vergogna”.
Perché come si può mai pretendere di mettere fine ai cori beceri negli stadi se un presidente dice di un suo calciatore che è un nero impegnato a schiarirsi?
“Che esempio si offre e che credibilità si ricava?”
Nessuno. Occorrerebbe condannare le parole di Cellino, prenderne le distanze. Invece il mondo del calcio
“si divide tra silenzi scaltri e giustificazioni bisbigliate per ridimensionare e sminuire”.
Barillà scrive:
“Non pensiamo, sinceramente, che sia razzista, riteniamo però che le sue frasi contribuiscano a una deriva che nello sport, nel calcio in particolare, trova terreno fertile. E fatichiamo perciò a comprendere chi tace o riduce tutto a una gaffe. Si finisce per lasciar correre via, se non avallare, un commento pesantissimo senza badare alle legittimazioni conseguenti. Come succede quando si perdonano i peggiori cori da stadio invocando ragazzate o minoranze”.
Quello che stupisce di più, conclude, è il silenzio della Federcalcio:
“ha espresso ammirevolmente delusione per la sospensione della chiusura della curva veronese che aveva offeso Balotelli, ci sarebbe piaciuto sentire cosa pensasse delle parole del suo presidente”.