ilNapolista

Nike scarica il CEO Parker per lo scandalo doping di Salazar, al suo posto John Donahoe

Il demansionamento a Presidente esecutivo legato al processo per traffico di testosterone al Centro Nike Oregon Project

Nike scarica il CEO Parker per lo scandalo doping di Salazar, al suo posto John Donahoe

Il doping cambia i vertici di Nike. Anche se con motivazioni solo implicite, la multinazionale ha annunciato che nel 2020 Mark Parker lascerà l’incarico di CEO e ne diventerà presidente esecutivo. Al suo posto arriva John Donahoe, con cui – Nike puntualizza – Parker continuerà a collaborare da vicino.

Secondo buona parte degli analisti si tratta di un demansionamento legato allo scandalo doping che aveva portato alla sospensione dell’allenatore Alberto Salazar, e alla chiusura del Nike Oregon Project, il centro di allenamento che dirigeva.

Salazar, vincitore da giovane di tre maratone di New York prima di diventare un allenatore di successo, era stato squalificato per quattro anni dall’Usada, l’agenzia Antidoping USA, per istigazione al doping e traffico di testosterone. Con lui squalificato anche Jeffrey Brown, un endocrinologo consulente per il Nike Oregon Project, un centro nel quale si allenavano alcuni dei più forti mezzofondisti al mondo, come Matthew Centrowitz, Galen Rupp, e il britannico Mo Farah.

Nike si è ovviamente defilata da ogni responsabilità, pur chiudendo il centro in attesa dell’esito dell’appello che Salazar ha intenzione di portare avanti. Parker però ha sempre sostenuto il tecnico rinnovando più volte pubblicamente la sua fiducia in lui, spiegando che Nike lo avrebbe sostenuto nel prosieguo giudiziario. Il problema è che lo stesso Parker era però stato coinvolto nell’indagine, durata sei anni, sul traffico di testosterone, perché a conoscenza dell’uso sperimentale (a suo dire “legale”) che se ne faceva all’Oregon Project.

ilnapolista © riproduzione riservata