Siamo diventati i rigattieri dei campionati altrui, soprattutto di quello inglese. Una volta all’estero compravamo il meglio, oggi solo l’usato o il vintage e possibilmente a prezzi di realizzo
Sono in molti a indicare il mercato appena chiuso come memorabile, scrive Paolo Ziliani su Il Fatto Quotidiano. Ma basta un controllo-qualità per scoprire una verità ben più amara:
“la Serie A oggi è il Servizio Pulizie dei campionati che davvero contano, a cominciare da quello inglese”.
Siamo diventati “i rigattieri dei campionati altrui”, mentre prima eravamo la meta di campioni come Maradona, Zico, Platini, Falcao, Rumenigge, tanto per citarne alcuni.
“Una volta all’estero compravamo il meglio, oggi solo l’usato o il vintage: e possibilmente a prezzi di realizzo”.
Oggi, scrive Ziliani, riusciamo a portare a casa Ramsey, parametro zero dall’Arsenal, che a 28 anni è “il calciatore più acciaccato del continente (infatti alla Juve non l’hanno ancora visto)”. E sempre dall’Arsenal “lo stagionato Mkhitaryan” che a 30 anni ha fatto la riserva fissa sia allo United che all’Arsenal.
Allo United, “club da tempo in disgrazia permanente effettiva”, svuotiamo letteralmente i magazzini: Smalling alla Roma e all’Inter Alexis Sanchez e Lukau, “i due scarti dell’attacco di Mourinho e Solskjaer”.
Sempre dall’Inghilterra recuperiamo Llorente,
“che al Tottenham era riserva di Moura che era riserva di Kane e che a Napoli farà la riserva di Milik che è la riserva di Mertens, e Danilo (28 anni), che la Juventus baratta con Guardiola spedendo al City Cance lo e ricevendo 28 milioni, visto che il più scarso dei due è Danilo”.
L’elenco è lunghissimo. Contempla Ribery, Buffon, Kalinic, Rabiot,
““R come riserva”: nato per stare in panchina, e anche Sarri sembra già averlo capito”.
I soldi veri li hanno tirati fuori la Juve per De Ligt, l’Inter per Barella e Sensi e il Napoli per Lozano, che Ziliani definisce “questo sì un affare colossale”.