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“Gennaro” Lozano, il monello messicano che ogni volta che scende in campo fa gol

Chi lo conosce bene afferma che vive di calcio e di amore per sua moglie Ana, conosciuta per caso passando davanti al computer mentre il fratello parlava con la sorella

“Gennaro” Lozano, il monello messicano che ogni volta che scende in campo fa gol

Faccia da travieso, da monello, da figlio di una Nazione troppo al nord per sentirsi sudamericana, troppo al sud per sentirsi americana. Schiacciata tra i miti del passato, dai Maya e gli Aztechi e dalle mire discriminatorie di Trump.

Messicano dalla faccia napoletana, senza paure, senza ansie, con un solo credo: il calcio, il predestinato.

In patria è il figlio di tutti, è gli occhi dei giovani che sognano tra tacos e pallone. “Nessuno tocchi Lozano” sembrano dire, e ce ne siamo accorti ieri, quando è entrato e senza nemmeno presentarsi ha riaperto la partita.

“Lui segna sempre, lui non sbaglia mai gli inizi”

Chi lo conosce bene afferma che vive di calcio, e di amore per sua moglie Ana, che ha conosciuto per caso, per puro caso, passando davanti al computer mentre il fratello parlava con la sorella. E da lì l’incanto, il fidanzamento, i figli. Da quel momento la sua esposa non lo ha mai lasciato solo.

Tutto casa ed allenamento, nessun grillo per la testa, con i goal, che fa ogni volta che scende in campo, che sia club o nazionale, o playstation.

Dall’Olanda a Napoli, quel Napoli che l’ha cercato da gennaio e poi ha insistito al punto che “mi ha chiamato Ancelotti, e restai sorpreso – dice alla Tv messicana – Il Napoli è una squadra importante con giocatori importanti, e non ho avuto problemi ad accettare. Un allenatore speciale, ed una città che somiglia molto al mio Messico”.  Schiacciata come i messicani in una Nazione che la teme e la sputtana, la guarda e non può fare a meno di giudicarla.

Hirving Rodrigo è il suo vero nome, e parlando con persone a lui molto vicine, ci rendiamo conto che è un nome – il secondo – molto usato in Messico ed insieme conveniamo che forse, proprio come avvenuto con Mertens, è il caso di ribattezzarlo, e nasce da qui l’idea di chiamarlo Gennaro.

“Me encanta” Hirving Gennaro Lozano, la bambola assassina, se preferite, che accarezza l’idea di un idolo potenziale passato in sordina.

“Ho assaggiato già la pasta, la pizza ed il formaggio – la mozzarella – ma mi mancano i tacos al pastor con salsa verde”

Nostalgie poco preoccupanti, superabili. Hirving, da Posillipo, dove ha scelto di vivere, posa lo sguardo sul mare cosi vicino al suo sorriso da bambino cresciuto, cosi simile al suo desiderio di alzarsi come un’onda per travolgere e stupire. Goal, assist e scatti, quanti scatti, rapido e letale, senza nemmeno parlare, ha detto ai suoi compagni di crederci sempre, poiché ovunque la palla decida di arrivare, lui sarà lì a colpirla.

“Piedi, perché li voglio se ho ali per volare?” diceva Frida Khalo, e sembra dire Gennaro Lozano, il messicano che ha deciso di prendersi Napoli, e portarla sulle spalle, semplicemente restando il monello di sempre.

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