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Libero: le nuove regole sembrano scritte da chi non conosce il calcio

È un regolamento che non si fida di chi è chiamato a farlo rispettare e della categoria a cui dovrebbe semplificare il lavoro. Sembra dire che meno pensano, gli arbitri, meglio è

Libero: le nuove regole sembrano scritte da chi non conosce il calcio

Su Libero, Claudio Savelli parla del nuovo regolamento sui falli di mano. Qualcosa che trasforma il calcio in manicomio. Che fa impazzire tutti.

Un regolamento che non va bene. Istituito per rendere il calcio più oggettivo e trasparente, ha ottenuto finora l’effetto contrario, ovvero che l’arbitro interpreti le regole (come è successo con il mancato rigore su Samir, interpretato secondo la vecchia maniera) perché sono contrarie al senso del gioco.

“Le nuove norme non c’entrano con il Var, ma con ogni probabilità sono state influenzate dalla sua presenza”.

Il Var è sacrosanto, ma ha spinto il sistema alla ricerca di un dato di oggettività assoluta che è possibile solo per il fuorigioco, controllato da una ricostruzione tridimensionale.

Non può essere altrettanto per il fallo di mano perché il braccio è necessario per muoversi.

“Il protocollo è quindi sostenuto da un principio nobile, ma è come se fosse stato scritto da persone che non hanno mai giocato, né tantomeno visto una partita di calcio”.

E’ privo di logica “perché è totalmente fuori dal contesto che è chiamato a governare”.

Il nuovo sistema di regole cerca di eliminare l’interpretazione dell’arbitro.

“Sembra dire che meno pensano, gli arbitri, meglio è. È un regolamento che non si fida di chi è chiamato a farlo rispettare e della categoria a cui dovrebbe semplificare il lavoro. Dovrebbe invitare, stimolare e aiutare gli arbitri a pensare, capire, interpretare il gioco, anziché ostacolarli e ridurli ai minimi termini. Se poi è scarso, non esiste manuale in grado di renderlo bravo, semmai serve l’allenamento”.

Il rischio, scrive Savelli, è proprio che gli arbitri inizino ad interpretare ogni episodio all’antica,

“distruggendo così anche l’ultimo baluardo della trasparenza, ovvero l’uniformità di giudizio”.

Bisogna correggere il sistema prima che sia troppo tardi, prima di arrivare al punto in cui

“gli attaccanti, anziché tirare in porta, cercheranno di colpire le braccia dei difendenti in azione. I quali, evidentemente, non potranno tagliarsele, né pensare di giocare infilandole sotto la maglietta”.

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