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A Firenze si ripetono gli insulti ma anche i gol del Napoli

Si vince 4-3 alla faccia di chi non ha capito, di chi non è soddisfatto, di chi canta ed incita il Vesuvio e di chi non sente

A Firenze si ripetono gli insulti ma anche i gol del Napoli

Prologo 

Al diavolo la crisi di governo, al diavolo il Brasile che brucia ed i migranti che minacciano, coltello tra i denti gli italici marittimi confini, è ricominciato il campionato di calcio e parafrasando De Crescenzo (Eduardo) “e tutte ll’ ate ponn’ j’ a ffà ‘nculo”. Il Napoli di Ancelotti, rinforzatosi rispetto alla scorsa stagione con gli arrivi di Lozano, Di Lorenzo, Elmas e … vabbè potrei continuare all’inifinito ma tanto non sareste soddisfatti lo stesso. Napoli, si diceva, in scena a Firenze, città di rinascimenti, dove tre mesi fa si celebreava la morte del calcio in un patetico “incontro” con il Genoa in nome della salvezza, ed oggi (ieri), si celebra invece l’arrivo dello “zio d’america” Comisso, dollari alla mano, gli arrivi di calciatori come Boateng e Ribery ed una covata di giovani da far invidia ad ogni club.. europeo. Gli azzurri ci arrivano con il solito tridente piuma.. Insigne/Mertens/Callejon, centrocampo con Allan, Zielinsky e Ruiz e difesa con Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly e Mario Rui, in porta, Meret. 

Atto primo

Inutile perdersi tra numeri, minuti e conta di occasioni da gol, il fatto, è molto più semplice di quanto immaginiate. I viola partono a mille, carichi come si diceva di entusiasmo, e della solita foga antiparenopea della quale si ignora ogni tipo di ragione (perchè poi fondamentalmente quando mai i napoletani hanno considerato almeno calcisticamente i fiorentini, ma vabbè. L’esordio, la squadra nuova, la nuova propietà, il Napoli, il delitto perfetto insomma. “Lavali con il fuoco” e “noi non siamo napoletani” come se piovesse, ma Montella, non ha sentito.. Vincenzo da Castello di Cisterna, poco più di 20 km da Napoli e ancora di meno dal Vesuvio. Parte bene la Fiorentina ma non conclude, pressing, buona organizzazione ma il risultato resta inchiodato sullo 0-0 fino a quando nuovo regolamento alla mano, Massa assegna ai padroni di casa un calcio di rigore che non capiremo mai, ma le regole son regole, Pulgar dal dischetto 1-0. Il Napoli soffre ancora un po’ ma poi si riorganizza e prende le distanze agli avversari. Palla a terra e qualità in bella mostra. Mertens tira a giro, il portiere vola tentenna, 1-1. Ancora Mertens, si lascia cadere dopo un accennato contatto con un difensore avversario, per Massa è rigore, Lorenzo Insigne dal dischetto 1-2. Tutti negli spogliatoi, tra polemiche, cori, canzonette e motivetti, ma Montella.. non sente.

Atto secondo

Al via il secondo tempo, e viola sempre in partita, i giovani di Montella vanno a mille e da calcio d’angolo trovano il gol del pareggio con Milenkovic, 2-2. Capovolementi di fronte vari, soliti scambi tra i tre piccoletti partenopei, Callejon ripete per la trecentesima volta, quello che è ormai il suo movimento, e per la trecentesima volta nessuno lo segue, 3-2. Show all’Artemio Franchi, in campo, si intende. Entra Boateng, all’esordio in viola dopo Sassuolo e Barcelona. Entra e con diagonale tanto bello quanto preciso insacca la rete alle spalle di Meret, 3-3.  Viola sulle ali dell’entusiasmo ma Napoli più convinto e concreto. Sempre i tre piccoletti, scambi veloci, a memoria ed Insigne la mette ancora dentro, di testa, 3-4. Entra Ribery, ma solo per qualche applauso di benvenuto. La gara termina di fatto qui, ripartono i cori, ma Montella, non sente, come potrebbe. 

Epilogo

Montella non sente, i telecronisti non sentono, nessuno sente, tutti danno per scontata, acclamata ormai una realtà letteralmente da brividi. Nessuno sente ma tutti vedono. Vedono Ancelotti invitare qualche tifoso viola dalle tribune a tornare a casa, dopo chissà quali offese, parole ecc. La storia è triste, e tristemente, puntualmente si ripete. Per fortuna, si ripete anche un altro tipo di storia, il Napoli che fa gol, che vince, che nonostante tutto, alla fine quasi convince, alla faccia di chi non ha capito, di chi non è soddisfatto, di chi canta ed incita il Vesuvio e di chi non sente. Forza Napoli.

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