Crosetti: Federcalcio e Lega mandino le donne ad arbitrare la Serie A

Su Repubblica parla della designazione di Stéphanie Frappart per la finale di Supercoppa: "L’Uefa non solo ha coraggio, ma occhi bene aperti sul mondo che cambia"

arbitro donna Serie A

Su Reubblica, Maurizio Crosetti elogia la scelta di Stéphanie Frappart per arbitrare la Supercoppa maschile del 14 agosto.

“L’Uefa non solo ha coraggio, ma occhi bene aperti sul mondo che cambia”.

Non è mai successo prima, tanto che Crosetti paragona l’evento allo sbarco sulla Luna. La Frappart sarà, appunto, la prima donna sulla Luna del calcio.

E’ un momento storico, che va al di là dello sport. Il Mondiale femminile di Francia ha annullato il pregiudizio di inferiorità fisica, tecnica e culturale che esisteva quando si accostavano le donne al pallone e ora le donne arrivano anche ad arbitrare una competizione maschile.

Complimenti all’Uefa, quindi.

“Cadono in un istante i sarcasmi, le ironie, le sciocche goliardate su donne e pallone. Non ci sarà più bisogno di allineare sulla tovaglia saliera, pepiera e bicchieri per spiegare cosa sia il misterioso fuorigioco, è chiaro che ormai le donne sanno tutto anche perché abituate da secoli a guardare meglio, a vedere di più e più alla svelta”.

Forse, scrive Crosetti, si avvicina addirittura il giorno in cui una donna che gioca a calcio o arbitra una partita non farà neppure più notizia,

“e nessuno dirà vabbé, chissà i giocatori in campo quante battutine, quante licenze, chissà dalle gradinate quali irripetibili cori. Perché l’arbitro è per definizione nemico, è il demiurgo dello scontento, il capro di ogni espiazione: e se è donna non dovrà esserci differenza. Solo, si spera, un po’ più di educazione e cavalleria”.

La strada però è ancora lunga, considerando che solo poco tempo fa un ragazzino, in campo, durante una partita giovanile, si è calato pantaloncini e mutande per mostrare il sedere a un arbitro donna provocando l’ilarità di qualche spettatore.

“Ecco, adesso basta. Tutto sta a capire se siamo pronti, o fra quanto lo saremo”.

Il calcio, scrive Crosetti, “resta un luogo di forte maschilismo e omofobia”, dove “le differenze di genere ancora scatenano idiozie, provocazioni e violenze”.

La scelta dell’Uefa potrà servire moltissimo a scardinare questo stato di cose, a meno che non resti solo un contentino o “una specie di rapido smacchiatore di coscienze”.

Farebbero bene la Lega e la Federcalcio ad andare nella stessa direzione e a mandare le donne ad arbitrare in serie A “non solo in quanto donne, ma perché brave”.

Adesso bisognerà giudicare l’arbitra solo tecnicamente, e non per quello che faranno intorno a lei i calciatori o per quello che tirerà fuori dal taschino, un cartellino o un fazzoletto (come è successo alla brasiliana Fernanda Colombo), scrive Crosetti. E neppure per la sua bellezza.

“Altrimenti è solo folclore e non si avanza mai. Le rivoluzioni, proprio come i viaggi verso la Luna, hanno invece bisogno di tecnica, meccanica, concretezza e asessuata umanità. Il resto lo fa una piccola, enorme vocale: arbitro, arbitra. Ma in quella vocale c’è dentro un mondo e un bel po’ di futuro”.

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