I tecnici hanno lasciato in panchina i nuovi acquisti utilizzando al massimo solo 300 dei 1176 milioni investiti sul mercato. Lavorando contro presidenti e ds. Il Napoli ne ha schierati due ed è sembrata una rivoluzione
Il record di spettatori alla prima di campionato, che non veniva raggiunto da anni, è stato anche conseguenza della voglia del pubblico di vedere in campo i nuovi straordinari acquisti del mercato. Quelli che per il secondo anno di seguito hanno fatto abbattere il muro del miliardo di euro di trasferimenti.
E invece, scrive Fabrizio Bocca su Repubblica, i nuovi acquisti sono stati lasciati in panchina o non sono stati affatto presi in considerazione. Il 75% almeno di quei 1176 milioni investiti sul mercato è stato messo da parte. Ne sono stati utilizzati meno di 300 milioni.
“Gli allenatori, un po’ fifoni oppure sempre pronti a mettersi davanti ai campioni e soddisfare il proprio narcisismo, hanno ignorato le enormi spese di mercato. Lavorato convintamente contro presidenti, amministratori delegati e direttori sportivi che tanto hanno fatto e speso (inutilmente). E giocato anche un brutto scherzo al pubblico, accorso numeroso e accolto con i soliti volti”.
La Juve ha tenuto fuori De Ligt, che non è stato affatto felice della scelta. Il Milan schierato da Giampaolo – e finito nel tritacarne – è stata in pratica la vecchia squadra di Gattuso e ai nuovi è stato lasciato solo un pezzo di secondo tempo.
La Roma, con Fonseca, ha rivoluzionato la squadra per poi presentare all’Olimpico ciò che restava di Ranieri (con solo il portiere Pau Lopez in campo, tra i nuovi). La Lazio ha schierato solo Lazzari. Il Napoli ha messo in campo Manolas e Di Lorenzo “ed è apparsa quasi, a questo punto, una rivoluzione”.
“Ci fossero stati certi dirigenti di un tempo — Boniperti, Moratti o Galliani — nessuno se lo sarebbe permesso. Pago, spendo, pretendo…”